14 luglio 2011

Responsabili? No, al meglio pirla...

Al peggio, sconsiderati incapaci e inaffidabili azzeccagarbugli.
E' difficile capire l'atteggiamento delle forze d'opposizione, in primis il PD, durante l'iter di approvazione della manovra economica del governo.
Una manovra di macelleria sociale, come è stata giustamente definita, che, con il paravento delle richieste europee e con lo "stimolo" bypartisan di Napolitano, viene criminalmente scagliata contro gli strati più poveri ed esposti della popolazione.
La scelta delle forze politiche che dovrebbero essere d'alternativa, vigliaccamente al riparo dell'ombrello del Presidente della Repubblica, è stata, oltre che sbagliata eticamente e suicida dal punto di vista della progettualità ideale, assolutamente stupida ed inconcludente anche dal lato più strettamente di strategia politica: ci si è consegnati, resi, al tracotante e arrogante potere della maggioranza senza ottenere nemmeno il contentino di una modifica foss'anche simbolica verso quanto richiesto dalle opposizioni.
Ma la manovra di Tremonti non è semplicemente punitiva per le fasce deboli ed accomodante per i poteri forti (non c'è nulla che vada a toccare i poteri finanziari, ad esempio; così come le pensioni elevate vengono appena sfiorate dalle norme previste: a titolo esemplicativo un pensionato che percepisce 92.000 euro annui contribuirà pagando l'esorbitante cifra di 100 euro all'anno).
Nelle pieghe essa nasconde, e neanche tanto, il tentativo di porre un freno all'avanzare della "rinascita" della voglia di partecipazione civica che è esplosa con la splendida avventura referendaria, riconsegnando nelle mani delle potenti lobbies dei "servizi privatizzati" quei beni e servizi primari che i cittadini hanno voluto con forza affermare dover essere gestiti dal "pubblico", cioè dai cittadini stessi tramite i propri rappresentanti eletti. La formula usata da Tremonti - che parla di incentivi alle privatizzazioni - sembra costruita per evitare il giudizio di incostituzionalità; ma è evidente che è finalizzata a far rientrare dalla finestra ciò che i cittadini hanno cacciato via dalla porta col voto referendario.
Ecco qual è il pericolo maggiore: che il "vento" di cambiamento da tanti salutato nella lettura dei risultati referendari venga fermato, ingabbiato, ucciso.
Dobbiamo impedire in ogni modo questo ennesimo tentativo di saccheggio. E le attuali opposizioni politiche non sembrano attrezzate per farlo al posto nostro.

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