31 marzo 2011

Trenitalia senza vergogna...

Che i treni dei pendolari arrivino "puntualmente" in ritardo è cosa cui siamo decisamente abituati. Oramai i ritardi sino a 5 minuti non vengono nemmeno considerati ritardi e quelli superiori vengono sempre surrettiziamente "tagliati" della metà e della metà della metà.
Certo è che anche cinque minuti al giorno tolgono più di due giorni lavorativi l'anno, almeno, ad un lavoratore pendolare.
Ma questo è il minimo.
Parliamo dei treni della Lombardia, e in particolare di quelli da e per Milano, ma non crediamo che la situazione sia molto differente in altre zone d'Italia.
Qui accade che oramai Trenitalia sia ai limiti della illegalità, con continue e quotidiane soppressioni immotivate di treni che dovrebbero servire il trasporto di migliaia di pendolari da e per la città. Ovviamente quasi sempre senza alcun avviso preventivo: il pendolare arriva a conoscenza della soppressione del treno semplicemente perchè questo non arriva e non arriverà mai...
E allora non si tratta più di minuti, ma di intere ore sottratte alla vita di ogni singolo lavoratore, senza che sia possibile chiamare a responsabilità il fornitore del pessimo servizio.
Come tutto ciò sia possibile in un Paese civile resta un mistero.
Come tutto ciò possa essere subìto da migliaia di cittadini utenti senza fiatare e senza alcun moto di ribellione dà la triste e desolante immagine di quanto la rassegnazione si sia impadronita di noi italiani.

27 marzo 2011

Tessere...

«Basta una sola persona che ci governa ricattata o ricattabile, perché la democrazia sia a rischio.».
Questa frase di Tina Anselmi sarebbe stata il sottotitolo ideale del libro curato da Anna Vinci che fa conoscere al grande pubblico il diario che lo storico esponente della DC aveva appuntato durante la sua presidenza della Commissione Parlamentare sulla P2.
Una serie di appunti, non strutturati, che avevano accompagnato l'esperienza dell'Onorevole democristiana e che, riordinati secondo un filo conduttore anche minimo, acquistano la forza di una testimonianza che andrebbe ripresa a molti livelli.
Nei suoi appunti l'Onorevole Anselmi aveva profeticamente scritto: «Le P2 non nascono a caso, ma occupano spazi lasciati vuoti, per insensibilità, e li occupano per creare la P3, la P4…».
A trent'anni di distanza ritroviamo Flavio Carboni, con alle spalle già diversi anni di galera per l'affare del Banco Ambrosiano, indagato in quella che viene da subito definita l'inchiesta sulla P3.
Ma questo è il minimo...
Oggi abbiamo la tessera n. 1816 da tempo a capo del governo, che dopo aver lobotomizzato i cervelli italici grazie alle sue televisioni (e in particolare con il decisivo aiuto della tessera n. 1819 e relativa consorte) sta scientificamente e metodicamente tentando di mettere in atto l'intero programma strategico della loggia deviata di Licio Gelli.
Ovviamente, nella realizzazione del piano di Gelli la tessera n. 1816 è in ottima compagnia, specialmente di quei «socialisti terrorizzati» (la definizione è sempre di Tina Anselmi) che all'epoca erano, appunto, terrorizzati, ma che oggi sono talmente sicuri della propria impunità da poter pontificare contro tutto e tutti in totale tranquillità. Come la tessera n. 2232, che oggi è una delle voci più rappresentative (anche per la carica che ricopre) dell'intero mondo berlusconinano, e che ogni giorno che passa diventa sempre più aggressivo e omni-invadente.
Riprendiamo gli scritti di Tina Anselmi e tutti gli atti della Commissione sulla P2, facciamoci un quadro esatto della situazione e cerchiamo di arrestare questa deriva prima che la situazione diventi non più recuperabile.
E prima di ritrovarci Licio Gelli Presidente della Repubblica...

19 marzo 2011

Un'altra agricoltura è possibile

Un rapporto presentato alle Nazioni Unite da Olivier De Schutter, relatore speciale dell'Onu sul diritto al cibo, sostiene che la produzione alimentare potrebbe raddoppiare nell'arco di una decina d'anni, se solo il mondo investisse in agricoltura su piccola scala e adottasse i criteri della agro-ecologia.
Lo studio afferma che «tutti i dati scientifici dimostrano che i metodi agroecologici sono più efficaci dell'uso dei fertilizzanti chimici nell'aumentare la produzione alimentare là dove vivono coloro che hanno fame, specialmente negli ambienti sfavorevoli».
E poiché «la fame oggi non è da attribuire alla penuria di stock alimentari, non è un fatto di produzione globale che non soddisfa la domanda, bensì un problema di povertà», allora: «Solo sostenendo i piccoli produttori possiamo rompere il circolo vizioso che porta dalla povertà rurale agli slum urbani, povertà che genera povertà».
E infine, per realizare il diritto al cibo bisogna che «l'agricoltura non comprometta la sua capacità di soddisfare i bisogni futuri».
Qui si collegano i concetti fondanti dell'agroecologia: salvaguardare la biodiversità, usare in modo sostenibile terra e acqua, riciclare i nutrienti organici e l'energia, integrare le colture e l'allevamento, diversificare le specie e le risorse genetiche.
Ecco un bell'argomento "politico" da portare avanti per un mondo migliore, ecco una bella tematica su cui impegnarsi in Europa, anche per difendere le nostre produzioni specifiche dalla globalizzazione che diventa Blobalizzazione, per difendersi dall'aggressività di Monsanto e soci.
Ecco qualcosa "di sinistra" su cui costruire una reale alternativa di proposta di governo.
Attendiamo fiduciosi...

16 marzo 2011

La doppia morale dell'elefante

"Va' e non peccare più".
Con queste parole del Vangelo, Giuliano Ferrara concludeva il suo nuovo spazio televisivo post-tg1 (come dire l'amplificazione della propaganda di Minzolini...).
Noi, che abbiamo frequentato con giusta passione e abbastanza proficuamente le Sacre Scritture, di solito cerchiamo di citarle il meno possibile, perchè sulle nostre labbra (di noi che non siamo nè teologi nè chierici) alcune frasi potrebbero risultare simil-blasfeme.
Sentirle uscire dalla bocca di Ferrara, però, provoca direttamente disgusto.
L'esegesi (molto terra-terra) dell'episodio dell'adultera serviva all'Elefantino ad affermare la necessaria pietà che bisogna provare nei confronti della povera umanità che sbaglia, che va capita perdonata e coccolata affinché si redima, perchè si può sempre redimere.
«Ci vuole il cuore di carne e non di pietra», ha chiosato il giornalista.
Peccato che, in passato, Ferrara non abbia riservato cotanta pietas nei confronti delle donne decise ad interrompere la gravidanza, quando, nella più schifosa campagna elettorale che si ricordi, le insultava attingendo al più cinico e misero repertorio del cattolicesimo più retrogrado (tipo militia christi e pontifex, per capirci).
Evidentemente allora il cuore di pietra era più "utile" al (ben misero) scopo del "consigliere colto" di Berlusconi.
Che siffatto personaggio possa fare la morale a noi tutti, dàndoci dei "bacchettoni", è cosa possibile solo nella tv di stato italiana...

12 marzo 2011

La mala informazione

Sino ad oggi, tra i media del regime berlusconiano, Il Messaggero poteva vantarsi di essere quello meno radicalmente schierato, quello che meno faceva da semplice cassa di risonanza delle ragioni del cavaliere e dei suoi amici, insomma quello meno sputtanato.
Senonchè oggi il quotidiano della capitale sparava in prima pagina, a proposito del terribile sisma del Giappone, "Nucleare sicuro - è la prova del nove", assicurando che le centrali nucleari nipponiche avevano retto la terribile prova.
L'effetto di questa notizia, uscita nelle edicole in comtemporanea alle notizie «live» che ci raccontavano invece di una esplosione nella centrale nucleare maggiormente colpita dal sisma, è stato sicuramente devastante.
E fa scalare al Messaggero molte posizioni nella poco gradita classifica dei giornali che fanno cattiva informazione.
La partita ora è a tre, ed è difficile prevedere chi la vincerà tra Messaggero, Libero e Giornale.
Di sicuro sappiamo chi ci perde in questa sconsiderata gara: il cittadino che ha diritto ad una informazione puntuale e corretta, ancorchè schierata.

11 marzo 2011

(Contro)riforme e riforme-contro

E siamo finalmente giunti alla riforma "epocale".
In realtà la riforma del sistema giudiziario avanzata dalla coppia Alfano-Berlusconi somiglia molto ad una controriforma, o ancor di più ad una riforma-contro. Contro i Pubblici Ministeri, in particolare: il vero incubo del reuccio di Arcore.
L'intera impostazione sembra infatti finalizzata a limitare il potere dei PM, sino a porlo sotto il controllo del potere politico. E il cerchio si chiude.
Del resto il migliore spot per questa riforma l'ha fatto lo stesso premier: con questa riforma non ci sarebbe stata Mani Pulite. Rallegriamocene...
In molti hanno fatto notare, peraltro, che con questa riforma molti processi sarebbero stati insabbiati subito in primo grado, come quello che ha visto condannati in appello i poliziotti responsabili della macelleria alla scuola Diaz di Genova durante il G8.
Inutile ricordare che l'annientamento della indipendenza del potere giudiziario era uno degli obiettivi principali del piano di rinascita democratico, meglio conosciuto sotto il nome di P2. In definitiva: il centro-destra a guida Berlusconi sta attualizzando passo dopo passo, mattone dopo mattone, i "sogni" di Licio Gelli. Bipartitismo, controllo dei media, distruzione della scuola pubblica, riforma della magistratura.
Viaggiamo verso il baratro, senza alcun apparente segno di reazione.
E' del tutto naturale, infatti, che Berlusconi adoperi a proprio uso e consumo l'intera struttura politico-istituzionale dell'Italia: l'ha sempre fatto e nessun uomo dotato di un minimo di buon senso si aspetta null'altro da quell'essere.
Stupisce sempre di più invece che da nutriti spazi dell'opposizione (leggi PD) si levino voci disponibili al "dialogo".
Il Paese muore e il centro-sinistra è responsabile di questa agonia al pari di Berlusconi e dei suoi sodali.

10 marzo 2011

Il Veronesi fuori posto

E' difficile poter definire (o commentare) le ultime uscite di Umberto Veronesi sul nucleare, volendo tenersi lontano dalle definizione più o meno ingiuriose che Grillo gli riserva solitamente.
Già faticavamo a capire per quale motivo il professore, che tanto seguito ha dalle parti del PD, è un accanito sostenitore degli inceneritori, che quasi quasi fanno bene alla salute.
Ma davanti alle sue prese di posizione a favore del nucleare si rimane sgomenti. Ancor di più se si pensa che Veronesi le afferma da presidente della Agenzia per la sicurezza nucleare.
Su quale sicurezza dovremmo fare affidamento sentendo un personaggio di cotanto spessore affermare che lui si terrebbe le scorie nucleari in camera da letto? Come possiamo rimanere tranquilli sentendolo affermare che le centrali nucleari sono studiate per durare fino a cent'anni? O che tutti i problemi del nucleare saranno risolti (certo, ma quando? sulle scorie non è stato fatto alcun passo avanti da cinquant'anni a questa parte)?
Affermazioni ridicole, da grossolano incompetente, che trascinano in un'ombra pesante di affidabilità l'intera struttura che presiede. E che dovrebbe sovrintendere sulla "nostra" sicurezza in ambito nucleare.
Non è poco.
Rimangono aperte tutte le domande che riguardano Veronesi e che, ripeto, si trascinano fin dalla polemica sugli inceneritori. In particolar modo perchè un luminare che tanto si è distinto nella lotta "contro" il cancro, sembra così cieco e poco incline ad investire altrettanto impegno e dedizione sulla prevenzione?
Forse perchè la prevenzione non produce profitto?
A pensar male si fa peccato, ma...