12 dicembre 2016

L'Elogio del Gattopardo

Seguendo i dettami della migliore tradizione (letteraria) siciliana, Mattarella ha pensato bene di dare l’incarico di governo perché esso cambi senza cambiare…
Forse serviva un po’ di aria fresca, un governo “di scopo” guidato da una figura istituzionale per fare solo la legge elettorale e andare subito al voto. E invece ci ritroviamo con il braccio destro politico di Renzi a fare il Presidente del Consiglio, con pochi uomini e donne di provata fede (o di totale insipienza) che sostituiscono altrettanto fedeli (che nel precedente governo sono venuti male…), con la peggior ministra che la storia ricordi (nonché fedelissima badante del premier) ad essere promossa “grazie” (!) alla bocciatura della riforma che porta il suo nome da parte degli italiani, con l’alter ego del boy scout di Pontassieve, Lotti, probabilmente a giocare con i Servizi e quindi, in definitiva, con Renzi che finge di ritirarsi a vita privata per poter meglio muovere le fila, nell’ombra, della cosa pubblica italiana.
Altrettanto trattamento il segretario del PD sembra voler riservare al suo (nel senso stretto dell’aggettivo) partito. Fissando immediatamente l’Assemblea Nazionale per arrivare a congresso entro marzo, Renzi non vuol dare ai suoi oppositori interni il tempo di organizzarsi, in modo da tenersi il partito e fare piazza pulita con le liste per le prossime elezioni.
Altro che ritirarsi, dunque, ma manovrare meglio e con più efficacia per concentrare nelle proprie mani il maggior “potere” possibile, alla faccia dei milioni di italiani che hanno votato contro questa eventualità bocciando la pessima riforma costituzionale, e alla faccia anche di tutte le parole date prima del referendum.
Con l’aiuto di Mattarella cambiare tutto perché nulla cambi.
Il Gattopardo è vivo. Viva il Gattopardo!

25 settembre 2016

La mossa del Grillo

Faccio un passo indietro, anzi no: faccio una mossa di lato...
Alla fine Grillo inventa una nuova mossa sulla scacchiera: 5 passi in avanti. E così scavalca il fantomatico "direttorio", e tenta di riprendersi il movimento da lui fondato.
Impresa non facile a quanto pare, visto che il giovane Casaleggio, a differenza del padre che vagheggiava l'utopia della democrazia diretta della Rete (luogo anarchico per eccellenza e per definizione), sembra molto più pratico e attento a non lasciarsi sfuggire il controllo totale, ideale ed economico, dei pentastellati.
I rumors parlano di una accelerazione di Casaleggio jr. su Rousseau (il fantomatico strumento che dovrebbe consentire la democrazia del web) e di una stretta sul controllo del nuovo blog "cinquestelle", la cui piattaforma software e hardware è totalmente opaca e in mano della Casaleggio associati.
Per questo Grillo tenta di riprendersi almeno la guida "politica" del movimento, nella speranza di salvaguardare anche (almeno in parte) la gallina dalle uova d'oro che è il suo blog personale.
Basterà la mossa del Grillo per fargli vincere la sfida con l'erede di Casaleggio nel controllo del M5S?
A guardare l'esito dell'ultima "convention" palermitana sembrerebbe di si. Ma molto dipenderà dalla scelta di schieramento che faranno i capibastone del partito: Di Battista e Di Maio su tutti, che sembrano volersi smarcare dal controllo ossessivo della Casaleggio associati e puntare tutto sul vecchio comico.
Nel frattempo aspettiamo il prossimo capitolo di Supernova...

05 agosto 2016

L’insostenibile leggerezza di Wind

Capita (raramente ma capita) di recarmi in Salento con il treno da Milano (e viceversa).
Puntualmente, a partire grossomodo da Foggia e sino a Brindisi (e viceversa), la connessione dati (e spesso anche la banale rete mobile) delle mie due schede Wind va a puttane.
Muta, morta, defunta, inservibile.
Capita (sempre) che appena arrivato in zona coperta mi “scappi” un tweet di lamentele contro questo palese disservizio. Potrò lamentarmi che ampie zone di Italia non siano coperte dal segnale? Oppure all’utente/cittadino non resta nemmeno questo diritto residuale di parola?
Capita pure (sempre) che dopo giorni e giorni dal viaggio, l’ineffabile “servizio clienti Wind” mi disturbi al cellulare per chiedermi conto del perché e del per come dei miei cinguettii lamentosi.
Orbene…
Oggi, fortemente infastidito dall’ennesima inutile telefonata dell’operatore che è chiamato a mettere a tacere le lamentele, ho riferito allo stesso che ogni volta che percorrerò quella tratta e verificherò che il disservizio non è stato sanato continuerò a scrivere messaggi di protesta (mi sembra il minimo con quello che paghiamo…).
Uno si aspetterebbe che il "servizio Clienti" cerchi di tranquillizzare l'utente (anche millantando eventualmente) che il suo provider sta cercando di ampliare le zone coperte, in modo da garantire un servizio sempre migliore.
E invece?
E invece a partire dalle mie rimostranze si è instaurato un contraddittorio molto serrato sul fatto che io dovrei verificare la copertura in un “punto fermo” ed eventualmente lamentarmi, non mentre sto viaggiando (sic!).
La conclusione dell’operatrice è stata: “lei può scrivere tutti i messaggi che vuole, tanto la situazione è questa e questa rimane”.
Questo si che si chiama “customer care”!
Complimenti per la professionalità…

15 marzo 2016

"Striscia"... peggio di un serpente

L'animale giusto cui paragonare "Striscia la notizia" è sicuramente il serpente: striscia e nell'immaginario collettivo è infido e simbolo del male assoluto.
Il servizio andato in onda ieri sulla Agenzia delle Entrate andava nella direzione di instillare nelle menti degli ascoltatori il concetto che il lavoro dei dipendenti dell'Agenzia è volto unicamente a vessare i cittadini contribuenti.
Un singolo caso di un cittadino che aveva acquistato un terreno in una zona "in" di Roma e che ha poi ricevuto un accertamento sul valore dichiarato (secondo voi perchè un cittadino privato compra un terreno con vincolo boschivo? per andare a tartufi? o per farci speculazione?), è diventato occasione per incitare il povero ascoltatore a trovare l'indirizzo dei funzionari dell'Agenzia per andare a bruciar loro la casa...
Un'operazione mediatica fascista (altro che "veline" del regime...), posta in essere, nel silenzio quasi totale dei media, da una trasmissione il cui autore è oramai da anni ai margini dell'attività televisiva e che ha tra i suoi fondatori e conduttori storici un signore che appare e scompare dalla trasmissione per fingere di essere residente all'estero (indovinate perchè), salvo poi essere scoperto con le mani nella marmellata e condannato.
Un'operazione mediatica favorita, se non incoraggiata, dall'opera costante del governo renzi volta a delegittimare nei fatti, quando i fari delle televisioni si spengono o sempre più spesso sotto i fari delle televisioni compiacenti (vedi quell'abominio giornalistico di giletti), l'attività dell'Agenzia in particolare, e dei dipendenti pubblici in generale.
A un certo punto bisogna scegliere se stare dalla parte dello Stato (quello con l'iniziale maiuscola, non quello di renzi per capirci...) o dalla parte degli evasori.
Io sono dalla parte dei tanti dipendenti che si applicano quotidianamente, affrontando spesso mille difficoltà di ogni genere, per far rispettare le leggi e far pagare le tasse.
Io non guardo Striscia...

21 gennaio 2016

Renzi piglia tutto

Con l'approvazione (oramai quasi definitiva) della riforma del Senato, Renzi porta a compimento la sua follia politico-istituzionale.
Una serie di riforme sgangherate, senza alcuna visione complessiva del Paese che verrà, o meglio (anzi peggio) con delle comuni caratteristiche di fondo: dare ulteriori poteri all'uomo forte al comando (che sia il futuro capo del partito che vincerà le elezioni magari anche solo con il 25% dei voti, che sia il preside di istituto, che sia l'imprenditore-padrone, che sia l'AD della RAI) e ridimensionare, anzi annichilire, i corpi intermedi.
Non è necessario avere la cultura e la preparazione dei "costituzionalisti", che Renzi tanto odia, per vedere lo scempio che l'amico di merende di Verdini sta facendo delle nostre istituzioni e delle architravi stesse del nostro martoriato Paese.
Il Parlamento che conta (la Camera) sarà totalmente "nominata" nella sua maggioranza (anche nell'opposizione, ma questo conta meno) dal capo-partito di turno, cioè lui; che tramite il Parlamento controllerà l'elezione del Capo dello Stato, la formazione della Consulta e via dicendo, non trovando alcun contrappeso il quel ridicolo Senato che verrà, composto dalla peggior classe dirigente che abbiamo mai conosciuto.
Se a questo aggiungete tutti i poteri che Renzi sta accentrando nelle proprie mani, togliendoli dai vari ministeri e organi istituzionali, se ci aggiungete le nomine a vario titolo (spesso creato di sana pianta) di personaggi dell'ormai inquietante "giglio magico" (vi ricordate il "cerchio magico" del berlusca?), buon ultima quella ventilata di Carrai (l'amico senza laurea che ogni tanto gli presta una casa per abitarci) come "consulente" ai Servizi Segreti, allora il quadro che viene fuori è triste, desolante, preoccupante, insostenibile.
Forse riusciremo a fermare questo folle pieno di sè prima che faccia danni irreparabili (ma del resto tutti i grandi pazzi della storia avevano una "forte autostima", per usare un eufemismo...), forse riusciremo a bocciargli il referendum confermativo delle riforme istituzionali.
Ma non illudiamoci che mollerà facilmente l'osso. Non illudiamoci che lascerà veramente la politica, come ha solennemente promesso (come se le promesse di un corregionale di Pinocchio potessero fare testo...).
E soprattutto non illudiamoci che liberandoci di lui riusciremo in poco tempo a risollevare la "civiltà" del nostro Paese: troppi danni ha già fatto, troppo credito gli è stato concesso da quanti (specie all'interno del PD) potevano fermarlo per tempo e colpevolmente non l'hanno fatto.
Da troppi anni l'Italia non riesce ad esprimere un Governo degno di questo nome, una classe dirigente che sia minimamente decente. Dopo il ventennio berlusconiano, questi pochi anni di renzismo imperante (che del berlusconismo è la degenerazione finale) rischiano di dare il colpo di grazia a un Paese che proprio non sembra avere le capacità e la voglia di tornare a sperare.