30 dicembre 2012

L'asse PD-Sel non è la soluzione


Ammetto che fatico a seguire gli ultimi interventi del prof. Asor Rosa (che peraltro stimo massimamente da sempre...).
L'aspetto "pragmatico" dei suoi ragionamenti è facilmente condivisibile: l'unica forza di sinistra in grado di aspirare a "governare" il Paese è l'alleanza tra PD e Sel.
In effetti, le altre forze della galassia della Sinistra italiana in parte sono state letteralmente emarginate dalla carta d'intenti Bersani-Vendola, in parte non sono riuscite ad andare molto al di là di confusi tentativi di realizzare "qualcosa di nuovo" nell'orizzonte politico, senza riuscire a trovare la quadra nei rapporti tra strutture politiche già esistenti e "movimentismi" vari.
Quindi, se c'è in Italia, oggi, una forza di sinistra (o simil tale) che può arrivare al governo è solo l'asse PD-Sel.
Ma qui si pone l'interrogativo fondamentale che Asor Rosa sembra non voler affrontare, se non per dire che "poi si vedrà": governare per fare cosa?
Sinora abbiamo sentito Bersani affermare che la riforma Fornero non si tocca, che la riforma sull'art. 18 non si tocca, che il fiscal compact non si tocca, che tutte le misure che hanno riempito di soldi le forze armate e le scuole private a scapito degli investimenti nel sociale e nella scuola pubblica e nella ricerca non si toccano...
Sono queste le politiche di "sinistra" che vogliamo?
Oppure siamo veramente convinti che Vendola, rinchiuso nella gabbia che il PD gli ha costruito attorno, potrà portare avanti le sue idee incidendo realmente nelle decisioni che verranno prese "a maggioranza"?
A me pare evidente che la scelta di Vendola lo consegnerà ben presto alla insignificanza, facendogli (spero) comprendere che la sua mission doveva essere quella di porsi come guida della "Sinistra" (senza trattino alcuno) in Italia, aiutando i molti tentativi che pure movimenti e società civile stanno cercando di concretizzare (penso a "Cambiare si può" o ad ALBA, tanto per fare due esempi) a riunirsi in un unico grande movimento alternativo al montismo, al berlusconismo e alle sciagurate politiche europee stabilite dalla Germania.
Una forza del genere forse non avrebbe "vinto" le elezioni, ma sicuramente avrebbe ben presto acquisito un forte "peso" nel Paese, costringendo il PD di Bersani a fare i conti con la possibile realtà di una grande forza di Sinistra, non consentendogli di guardare ad un centro "buono" e purificato dalle sozzure berlusconiane come unica alternativa per il governo dell'Italia.
Professor Asor Rosa, le politiche di Monti sono ciò che "noi di sinistra" dovremmo aborrire prima di ogni altra cosa. Il PD si sta a tutti gli effetti ponendo in continuità con queste politiche. Non sarebbe il caso di volgere lo sguardo altrove?

25 dicembre 2012

Tonache sporche

La chiesa romana cattolica e apostolica, è risaputo, dovrebbe fare un'ampia opera di pulizia all'interno della propria classe sacerdotale, infestata di pedofili nonché di preti più interessati alle cose materiali che a quelle spirituali.
Ora scopriamo (in realtà sapevamo anche questo) che è piena di folli, pazzi furiosi che andrebbero rinchiusi e messi in TSO.
Tale don Piero Corsi, parroco di una piccola frazione di Lerici in provincia di La Spezia, è uno di questi.
Questa sottospecie di essere umano vestito con la tonaca non ha trovato di meglio, per Natale, che "donare" ai propri parrocchiani una lettera in cui, senza troppe ambiguità, afferma in buona sostanza che il "femminicidio" è un fenomeno le cui colpe ricadono sulle donne, sempre provocanti, sempre più indipendenti, sempre meno sottomesse, insomma: sempre più coscienti di essere donne...
Questo pazzo furioso, non nuovo a quanto pare a queste uscite da malato mentale, è ancora parroco nella propria parrocchia.
Cosa aspetta il vaticano a sospendere un siffatto prete?
Perchè il papa, sempre pronto ad attaccare tutto ciò che nel mondo mette a rischio la sopravvivenza della sua chiesa medievale, non trova mai uno straccio di tempo per affrontare i problemi veri che stanno facendo diventare la "sua" chiesa marginale nel mondo?
Invece di riempirsi la bocca della parola "pace", e poi scagliarsi con violenza sempre maggiore contro le coppie gay e contro ogni possibile espansione di qualsivoglia diritto civile che vada contro i suoi dogmi assurdi, non farebbe meglio Benedetto XVI a ridare dignità al proprio clero, facendo una puntuale opera di pulizia e di rinnovamento?
E cosa aspettano i cittadini di quel paese a cacciarlo a calci in culo dalla parrocchia? Cosa ne pensano le sue parrocchiane? E i maschi? Sono tutti potenziali killer?
Io non voglio veder circolare tonache che servono a dare copertura a persone infami.
E pretendo, pretendo, che questo deficiente venga inquisito d'ufficio per istigazione all'omicidio.
Sarebbe il minimo, in un paese civile.

08 dicembre 2012

Grillo: dalla speranza alla farsa

L'onda lunga della protesta anti-casta che ha alimentato la crescita nei sondaggi del movimento di Beppe Grillo sembra già spegnersi, ben prima dell'inizio della vera campagna elettorale per le prossime elezioni politiche.
E non poteva essere altrimenti.
Il M5S, non appena è stato messo sotto osservazione in modo più attento e circostanziato dai media, ha evidenziato tutte le sue debolezze. Non c'è voluto molto per capire che è affatto un movimento "dal basso" o sinceramente "democratico", ma bensì una creatura costruita accuratamente dall'alto dalla coppia Grillo-Casaleggio, con una finalità meramente "economica" ben prima che politica o sociale.
Tutto questo, ovviamente, con buona pace della stragrande maggioranza degli attivisti che, laddove non sono dei bonaccioni che ben poco hanno a che fare con l'impegno civico o politico, sono sinceramente animati da una autentica voglia di "cambiamento".
Ma tutta l'attività di Grillo-Casaleggio è oramai grandemente artefatta, poco autentica, per nulla credibile.
La farsa delle "parlamentarie" ha dato il primo serio colpo all'immagine fatta di "pulizia" autoreferenziale del movimento. Entusiasmarsi (fintamente) per i 32.000 voti complessivi che hanno deciso chi candidare al Parlamento (al Parlamento, badate bene, non ad una regione...) dà la misura di quanto anche Grillo debba fare di necessità virtù per un clamoroso flop. Trentaduemila voti IN TOTALE per selezionare una classe dirigente; abbondantemente meno delle preferenze che uno solo qualsiasi della "vecchia" classe dirigente prendeva come preferenze ai tempi del voto con l'indicazione del candidato.
E cosa dire dell'assoluta mancanza di trasparenza di tutta l'operazione? Con i voti che sono transitati, incontrollabili, dal server di Casaleggio (sic!). Con i misteriosi problemi informatici che hanno escluso qualcuno degli attivisti più apprezzati dalla base, per la loro indipendenza e capacità "pensante", e per questo invisi ai due capi.
La Rete non è democratica e trasparente di per se stessa. La Rete è un mezzo, e come tale può essere usato con modalità positive o con finalità "interessate". A me appare oramai evidente che Grillo la utilizzi da tempo per i suoi interessi personali: la voglia di salvare il Paese c'entra poco, l'afflato verso il movimento ancora meno.
Il nuovo interesse verso l'attivismo politico suscitato dal M5S avrà un futuro solo se saprà affrancarsi dalla cappa dispotica di Grillo-Casaleggio, osando sfidare gli inevitabili anatemi dei Capi contro quanti oseranno mostrare e dimostrare di saper "pensare", "progettare", "decidere", senza limitarsi ad essere delle marionette nelle mani di un guru che sembra uscito da un romanzo di Asimov e di un comico che, da quando crede di poter essere un capopopolo, fa ridere sempre di meno...