30 maggio 2010

Stragi naziste, il governo blocca gli indennizzi

Una legge incostituzionale. E' il decreto varato il 28 aprile (nel quasi completo silenzio dei media) che blocca i risarcimenti per i familiari delle vittime delle stragi naziste e per i cittadini italiani deportati durante la seconda guerra mondiale.
Cerchiamo di ricostruire un po' la situazione.
L'ostinazione con cui la Germania cerca da sempre di evitare di saldare i conti del passato è nota. Tuttavia, da un po' di tempo le sentenze giudiziarie stanno aprendo molti squarci in questa nebbiosa situazione.
Su tutte una sentenza della Cassazione che stabilisce come gli Stati non possano più godere dell'immunità se si sono resi protagonisti di crimini di guerra. In parole povere: la Germania deve risarcire le vittime del nazismo qualora un tribunale nazionale accerti le colpe tedesche e stabilisca indennizzi per le vittime.
Il governo tedesco, però, sta facendo di tutto per sfuggire alle proprie responsabilità. Ha addirittura sconvolto i collegamenti ferroviari con l'Italia per evitare che la Deutsche Bahn (DB), la compagnia ferroviaria tedesca, possa accumulare dei crediti presso le Ferrovie italiane, preferendo andare in perdita piuttosto che risarcire le vittime del nazismo. Queste somme, essendo appunto esigibili in Italia, erano state oggetto di pignoramento mediante provvedimento del Tribunale di Roma a fronte delle richieste di risarcimento dei familiari delle vittime di Distomo. Un pericoloso precedente, quindi...
E proprio per bloccare questo provvedimento giudiziario, il governo Berlusconi è intervenuto, su richiesta di soccorso della Merkel, col decreto-legge del 28 aprile scorso, ripromettendosi di sospendere l'efficacia di provvedimenti giudiziari nazionali di pignoramento, allorquando sia in corso una controversia internazionale, come sta avvenendo ora con la Germania.
Il fido berlusconi, dunque, obbedisce senza colpo ferire agli ordini della ben più potente Cancelliera tedesca.
E gli italiani vittime (o eredi di vittime) del nazismo? Chissenefrega! Del resto da uno che cita orgogliosamente Mussolini ci si aspetta che cominci a citare anche il Fuhrer...

29 maggio 2010

Un boicottaggio sacrosanto

Alla faccia del Luttwak italico che risponde al nome di Pierluigi Battista, uno pseudo-giornalista che io colloco ad un livello leggermente inferiore a quello di Vittorio Feltri, giusto per capirci...
Di cosa parliamo?
Della richiesta da parte della Coop e Nordiconad (parte del Consorzio nazionale Conad) che i prodotti provenienti dai territori palestinesi occupati e commercializzati dal gigante agro-alimentare israeliano Agrexco abbiano sull'etichetta la tracciabilità dell'intero percorso del prodotto.
In pratica si chiede che sia specificato sull'etichetta se un prodotto proviene dai territori occupati. Richiesta sacrosanta: io sono socio Coop e, se posso evitare di acquistare prodotti che arricchiscono Israele sulla pelle dei palestinesi dei territori occupati, lo faccio ben volentieri.
Per P.G. Battista si tratta di un vergognoso boicottaggio mascherato!
E se anche fosse? Non sarebbe il caso, caro il mio giornalista-servo-del-padrone, di vergognarsi piuttosto perchè si difende lo pseudo-diritto di uno stato occupante (se non anche criminale in alcune sue manifestazioni, leggi "operazione piombo fuso"...) a sfruttare la terra di un popolo oppresso per il proprio tornaconto economico?
Non faresti meglio, caro il mio giornalista-più-sionista-di-Sion, a vergognarti perchè non difendi il diritto del popolo palestinese semplicemente ad esistere ed essere "libero"? Lo sai, caro P.G. che i contadini dei territori occupati sono "obbligati" a vendere (secondo prezzi non stabiliti da loro) alla Agrexco tutti i loro prodotti, che poi la multinazionale israeliana commercializza semplicemente come "made in Israel"? Lo sai che per queste e molte altre irregolarità questa "gloriosa" multinazionale è sotto la lente della UE?
E' da tempo che io NON compro prodotti made in Israel...
Ben venga il boicottaggio dunque, anzi sosteniamolo!
Su questo link trovate tutte le informazioni al riguardo.
E ricoprite di pernacchie Battista ogni qualvolta si azzarda a scrivere qualcosa...

27 maggio 2010

Citazioni

"Io non ho nessun potere, magari lo avevo da imprenditore, ma oggi non ce l'ho".
Questo l'incipit dell'intervento di Berlusconi alla conferenza stampa finale del vertice Ocse a Parigi.
Già questa affermazione sarebbe sufficiente per subissarlo di fischi, se non di altro...
Ma l'uomo di avanspettacolo va oltre, tirando in ballo i diari del Duce "che ho letto qualche giorno fa" (anche questo, particolare non di poco conto...).
«Cito una frase di colui che era considerato come un grande dittatore ("considerato"?!? e poi in che senso "grande"?): "Dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l'hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra, ma nient'altro"
"Lo stesso succede a me, tanto che tutti hanno il diritto sia di criticarmi che di insultarmi...", aggiunge il premier.
Davanti a cotanta spudoratezza viene il dubbio.
E' definitivamente uscito di senno oppure nel suo intimo si crede il degno successore del "piccolo" dittatore fascista?
In entrambi i casi lo psiconano diventa ogni giorno più pericoloso, e le sue dichiarazioni diventano ogni giorno che passa più preoccupanti se non spaventose.
Visto la totale insipienza della opposizione politica italiana, non ci resta che sperare che il popolo italiano gli riservi lo stesso trattamento che ha consegnato alla storia il "grande" dittatore pelato...

22 maggio 2010

Macelleria di governo, con «piena fiducia»

Riporto un titolo de Il Manifesto di qualche giorno fa...

Nel processo di appello per i fatti di Genova del 2001 sono stati comminati oltre cento anni di carcere per 25 agenti.
Sono stati condannati tra gli altri il capo dell'antiterrorismo Gratteri (ex direttore dello Sco), Luperi (oggi all'Aisi, ex SISDE) e Canterini: tre pezzi grossi insomma.
Mentre le vittime (e, per la verità, solo poche "voci politiche", Vittorio Agnoletto su tutti) ora richiedono a gran voce che vengano cacciati via (ricordiamo che sono stati interdetti anche dai pubblici uffici), Maroni e Mantovano difendono i vertici della polizia.
Sconcertanti le parole del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano: «Questi uomini hanno e continuano ad avere la piena fiducia del sistema sicurezza e del ministero dell'Interno»; confermate poi a stretto giro di posta dal ministro dell'interno Roberto Maroni.
Per ribadire il suo inesistente concetto di Stato di diritto, Mantovano ha poi aggiunto: «la Corte di Cassazione ristabilirà l'esatta proporzione di ciò che è successo».
Ora, noi non chiediamo solo che vengano cacciati gli agenti e i funzionari condannati, che hanno macchiato in maniera indelebile le divise che indossano consegnando all'Italia una delle pagine più tristi della propria storia. Chiediamo a gran voce anche che venga cacciato dal governo, possibilmente a calci nel culo, il sottosegretario Mantovano, che in spregio non solo al buon senso ma soprattutto al rispetto dei ruoli delle varie istituzioni ha pronunciato parole che in qualsiasi altro paese occidentale l'avrebbero fatto allontanare per lungo tempo dalla scena politica. Al contento chiediamo al ministro Maroni (che evidentemente non è in grado di far pulizia a casa propria) di farsi da parte, lasciando ad altri la conduzione di uno dei più importanti dicasteri del governo, che non può permettersi di avere "ombre" sul proprio operato.
Ma noi contiamo poco... Queste richieste dovrebbero venire urlate dalle forze politiche che si dicono all'opposizione e che, a parole, sostengono di voler rappresentare la coscienza civile di questo Paese allo sbando.
Ma loro, al meglio, tacciono; al peggio, leggi Di Pietro, lavorano col nemico per impedire che venga ristabilità la verità sulle pagine più schifose della storia d'Italia...

14 maggio 2010

Stefano Gugliotta è libero...

... il che è di per sè una buona notizia.
Ma è l'unica, purtroppo, relativamente a questa ennesima, assurda, vicenda che riguarda quelle forze che dovrebbero proteggere i cittadini e che ultimamente troppo spesso li accompagnano verso il loro ultimo viaggio.
A Stefano è andata bene, poteva diventare un nuovo caso Cucchi (o Uva, o tanti altri...). Una videocamera amatoriale lo ha aiutato a tirarsi fuori da una situazione che stava diventando drammatica per lui e per i suoi familiari.
Ma se quella videocamera non ci fosse stata?
E' questo l'atroce interrogativo che questa vicenda lascia dietro di sè. Assieme ad altri ragazzi che hanno avuto il solo torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, e che sono ancora in galera.
Vediamo di tirarli fuori.