Quarto giorno del diario di bordo di Vauro.
Stay human.
Se i greci fanno come gli israeliani.
Corfù, 1 luglio 2011. L'allarme è scattato questa notte. Intorno alle 4, sotto un improvviso scroscio di pioggia estivo, la ragazza bosniaca e i due attivisti italiani, durante il loro turno di guardia a bordo della «Stefano Chiarini» ancorata nella baia, hanno sentito il rumore di una barca veloce nell'oscurità. Poco dopo hanno udito un altro rumore, stavolta proveniente da sotto lo scafo della barca, e visto delle bolle d'acqua apparire sulla superficie del mare. «I mozzaeliche, ci sono i mozzaeliche» come sono stati affettuosamente soprannominati i misteriosi subacquei che in questi giorni si dedicano appunto alla amena attività di tagliare le eliche. Le due lance della Guardia marina greca, subito allertate, hanno illuminato l'acqua con i loro riflettori, ma dei mozzaeliche nessuna traccia. Stamattina (ieri per chi legge) altri sub si sono calati in acqua per verificare se ci fossero stati danneggiamenti alla nave. Macché, tutto a posto.
L'arcano si è risolto più tardi quando un tecnico ha scoperto che bolle e rumore altro non erano che l'effetto di risucchio dello scarico del bagno della nave. La tensione che era salita tra i pacifisti si è sciolta in ilarità. Anche se certi falsi allarmi sono piuttosto comprensibili dopo le due autentiche azioni di sabotaggio andate a buon fine in pochi giorni, l'episodio è indiscutibilmente comico. Intanto sono arrivati qui, a Corfù, sei degli attivisti irlandesi che erano sbarcati sulla «Saoirse» sabotata in Turchia.
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Vauro Senesi (dal manifesto del 02/07/2011)
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