Approfittando del lungo momento di grande confusione politica, da tutte le parti, il presidente della regione lombardia Formigoni tenta di dare una decisiva spallata al suo partito, spingendolo verso una dimensione confessionale.
Come leggere, infatti, la nascita della corrente "rete italia" se non in quest'ottica?
Formigoni apre l'assemblea di questa formazione dichiarando che i cristiani debbono orientare le scelte della politica italiana (già questo approccio mette i bridivi) e, per l'occasione, si fa benedire da Camillo Ruini (giusto per far capire chiaramente i suoi riferimenti). Raduna il meglio del peggio del suo partito: la protervia ignorante della Gelmini, il nulla cosmico del logorroico Fitto, il militante crociato (socialista pentito) Sacconi e altre figure che ben rappresentano la parte più retrograda del cattolicesimo nostrano, a suo agio nel farsi supportare dalla solida struttura ciellina e, soprattutto, a farsi finanziarie dalla potente compagnia delle opere.
Dopo aver occupato, quasi militarmente, pressocchè tutto l'occupabile in Lombardia, l'armata ciellina guidata da Formigoni tenta la conquista dell'intera penisola, sfruttando lo sbandamento delle altre anime del PDL, nel tentativo di volgere al proprio esclusivo interesse e servizio la struttura politica che, ad oggi, ha la maggioranza e quindi il potere decisionale in Italia.
Riuscirà Formigoni ad avere il placet esclusivo e definitivo del Vaticano?
Difficile: Casini risulta sicuramente affidabile quanto se non più del lumbard e in ogni caso non sembra più il tempo che il Papa abbia il "suo" partito di riferimento.
Ma soprattutto: riuscirà Formigoni in questa sua OPA sul partito di Berlusconi? Ancor più difficile. Sicuramente le altre anime del PDL, in primis quanti gravitano attorno a Scajola da un verso, e a Verdini dall'altro, non lasceranno tanto facilmente al governatore ciellino strada libera nella conquista della successione al sovrano.
Ma tant'è: Formigoni ha lanciato per primo la sfida.
E si è preso un bel vantaggio...
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