18 dicembre 2013

Il futuro del PD (e dell'Italia...)

Cosa accadrà del PD ora che si è messo nelle mani di Renzi? E cosa accadrà dei rimasugli di sinistra del nostro Paese sparsi per mille rivoli?
Per quanto riguarda il PD è facile immaginare che sia destinato a diventare la versione contemporanea della DC dei tempi che furono, con la "sinistra" del partito che resterà relegata ad un ruolo di mera testimonianza.
Renzi non è un uomo politico che ha visioni di sinistra moderate: il sindaco di Firenze è molto più semplicemente un "carrierista" della politica, che adatta le idee che non ha al vento dominante del momento, sperando di beccare sempre la giusta folata che lo porti sempre più in alto.
Per chi fosse affascinato dalle sue vuote citazioni fatte dal palco dell'ultima Assemblea di partito a proposito di diritti civili ad esempio, invito a riguardare la puntata delle Invasioni Barbariche il cui "il nostro" si dichiarava assolutamente contrario alle unioni tra persone dello stesso sesso: avrete un esempio lampante di "opinione che muta al mutar del vento"...
Nell'assenza praticamente totale, negli ultimi vent'anni e oltre, di qualsiasi progetto di società alternativo al modello capitalista imperante nel mondo occidentale, la "faccia buona della destra" non ha faticato ad imporsi, sino a "scalare" (odioso termine usato dallo stesso neo-segretario piddino) con facilità ciò che restava del più grande Partito Comunista d'Occidente.
Per Renzi è tutto un gioco volto al suo soddisfacimento personale: gli slogan vuoti, le non-risposte date deviando il senso delle domande, le controprovocazioni scambiate con Grillo (suo degno competitor). I suoi riferimenti attuali non sono le grandi figure politiche che pure sembra aver studiato in gioventù: la sua realtà di riferimento è fatta di finanza speculativa, del blairismo che ha portato milioni di inglesi all'indigenza (senza contare il peso che ebbe l'allora primo ministro britannico nelle sciagurate campagne in Afghanistan e Iraq), di tenace voglia di rottamazione di tutto ciò che al di fuori di se stesso, compresi i diritti dei lavoratori.
Dove andrà il PD con Renzi segretario? Da nessuna parte.
L'unica speranza, per chi si riconosce in quel partito provenendo dalla gloriosa tradizione della Sinistra italiana, è che quanti non vogliono rimanere in un contenitore il cui capo assoluto è, per certi aspetti, più a destra di berlusconi abbiano in coraggio di abbandonare quel vascello fantasma, e dare vita (magari insieme a Sel) ad un partito che guardi alla socialdemocrazia europea. Per quella "porzione" di sinistra non oso sperare di più.
Ma ciò di cui ha realmente bisogno il Paese è un partito (un movimento, un raggruppamento, fate voi...) che guardi alla vera Sinistra del Paese: e cioè a tutti quegli elettori che non vanno a votare o lo fanno di volta in volta con sempre maggiore fatica, cercando col lumicino rappresentanti "degni".
Un "qualcosa" che metta insieme tutte le anime oramai "disperate" e sempre più frammentate, che hanno fatto dell'antiberlusconismo (inteso come lotta per una visione del mondo e della società alternativa a quella propugnata dal ventennio di Arcore) la ragione della propria azione politica in questi anni. Magari ai margini del "red carpet" della nuova politica-show inaugurata ad arcore e importata con entusiasmo a firenze.
La Sinistra che si riconosce nelle posizioni, nella vita, nella testimonianza (ad esempio) del professor Rodotà, giusto per essere molto chiari.
Il Paese ne ha bisogno. Noi di Sinistra ne abbiamo bisogno.

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