18 settembre 2010

Pansa: il destino nel nome...

E' da tempo che lo pseudo-giornalista e pseudo-scrittore Gianpaolo Pansa ragiona (e parla) che con il suo apparato gastro-intestinale (da cui il nome) piuttosto che col suo, ancorchè piccolo, cervello.
Anni fa, dopo approfonditi e immaginiamo dilanianti studi, arrivò alla conclusione che i repubblichini di Salò furono i veri patrioti, e i partigiani resistenti i terroristi che hanno rischiato di far diventare l'Italia la succursale dell'URSS.
Oggi, dall'alto della sua statura culturale e morale oramai conclamata, si limita a dare consigli e a prevenire pericoli per la società italiana, dalle colonne di quel grande esempio di professionalità giornalistiche che è Liberto, quotidiano rifiutato anche dalle pescherie per avvolgerci il pesce...
La sua ultima intuizione è il pericolo che rischia Marchionne di diventare un possibile obiettivo del nuovo terrorismo rosso (sic!), nuove cellule brigatiste (che conosce solo lui evidentemente) fomentate nientemeno che da, udite udite, quel personaggio notoriamente violento che risponde al nome di Bertinotti.
Ora, se gli argomenti toccati dalla Pansa, non fossero così seri e importanti, ci sarebbe da seppellirlo con una risata (o con altro, a vostro piacere...). Purtroppo, però, così non è. E sarà ben difficile (visti i mezzi che gli si offrono) che sia il silenzio a seppellire la Pansa, come saggiamente si augura lo stimato Loris Campetti sulle pagine del manifesto.
Il personaggio-Pansa è furbo. Sa perfettamente che le difficoltà che sta vivendo la società italiana possono essere superate solo con un "sano" conflitto di classe, con un percorso che porti inevitabilmente a redistribuire le risorse dall'alto verso il basso. Un percorso che inevitabilmente possa portare al superamento del berlusconismo e quindi ad una, teorica, possibile rinascita di una cultura socialdemocratica.
E alla Pansa fa terrore la possibilità che in Italia torni la "cultura"...
Quindi cosa fa? Alimenta preventivamente la paura del conflitto, sperando che lo stesso sfoci in quel "qualcosa di più" che possa far godere lui e i suoi padroni alla vista del sangue che scorre...
Brutta cosa la vecchiaia...

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