Molto poco, stando al giudice del Tribunale di Ferrara che ha condannato a 3 anni e 6 mesi Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri , i quattro agenti di Polizia che il 25 settembre 2005 hanno massacrato di botte sino ad ucciderlo Federico Aldrovandi, un ragazzo forse "difficile", ma pur sempre semplicemente un ragazzo.
I quattro tizi (non li chiamo poliziotti per il grande rispetto che ho per le forze dell'ordine sane) sono liberi cittadini, liberi di fare ciò che vogliono. Non solo non sono in galera come meriterebbero, ma non sono nemmeno stati sospesi dalla Polizia. "Siamo sereni, nessun provvedimento" ha detto il loro superiore questore Longo (io lo sottoporrei allo stesso trattamento subito da Federico per vedere se cambia idea...).
Molti si chiedono cosa sarebbe successo se quattro ragazzi scalmanati avessero causato la morte di un poliziotto, magari all'uscita da una partita di calcio. A parti invertite siamo sicuri che ci sarebbero stati quattro ergastoli, o almeno quattro condanne "esemplari".
La vita di un ragazzo trucidato da quattro violenti in divisa, invece, vale poco meno di quella di un cane o di un altro animale domestico che viene maltrattato o ucciso.
Questa è la nostra giustizia, questa è la giustizia di una società senza futuro, che consente a dei fascisti esaltati coperti da un distintivo di uccidere i propri figli impunemente. Questa è la giustizia di un paese il cui declino sarà irreversibile se la società civile non si darà una scossa, ribellandosi a questo stato di cose.
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