Non stupisce l’uscita del candidato leghista alla presidenza
della Lombardia per la difesa della “nostra razza”: la Lega di Salvini è
radicalmente razzista e xenofoba, e solo giornalisti e anchorman televisivi
possono ancora far finta di ignorare quanto lo sia ai massimi livelli il suo
leader.
Non stupisce nemmeno che, nella polemica seguente le
dichiarazioni di Fontana, i grillini non abbiano quasi proferito parola: tranne
rarissime eccezioni si tratta di un “movimento” altrettanto razzista e
xenofobo.
Ciò che invece sorprende è che un partito che si dice
“liberale”, come Forza Italia, e un raggruppamento che dovrebbe essere a
matrice “cattolica”, come la quarta gamba del centrodestra, accettino senza
colpo ferire che la coalizione possa essere, nei fatti, trascinata da un
potenziale leader di tale bassissima e invereconda statura. E che pur di
vincere (o pur di prendere qualche posto in più in Parlamento) lascino campo
libero a ogni sorta di proposta programmatica folle e pericolosa del capo
leghista.
Sorprende altresì (o forse no) che, a parte qualche solito
tweet di scherno, nemmeno il PD voglia opporre, all’inciviltà delle parole e
delle azioni di Salvini e dei suoi sodali, la solidarietà dei programmi e degli
impegni verso gli ultimi della società. Negli sproloqui di Renzi si sente di
“imprese” e talvolta “famiglie”, ma sono scomparse parole come “immigrati”,
“profughi”, “indigenti”, “ultimi”.
Non so se Berlusconi sia riuscito a rassicurare l’Europa sul
fatto che saprà tenere al guinzaglio Salvini. Di sicuro noi molto tranquilli su
quello che accadrà dopo il voto di marzo, se la scelta resta ristretta tra
Salvini Renzi e Di Maio, non possiamo esserlo…
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