La Binetti ha paura della morte, è evidente. Ogni volta che una discussione approccia i temi del fine-vita, la poco onorevole fu-PD poi-API ora-UDC va in totale confusione.
Non è che normalmente di suo sia granchè lucida, ma quando si parla di temi particolarmente sensibili diventa una belva furiosa. E ovviamente dà il peggio di sè in fatto di giudizi inappellabili, come da miglior tradizione Opus-Dei-col-cilicio...
E quindi ci viene a dire, anzi a sentenziare, che i suicidi, ogni suicida è un disperato solo, angosciato e maledetto.
Fa specie veder affiancati questi epiteti ad un grande come Mario Monicelli. Fa specie perchè di sicuro tutto era, il grande regista, tranne che solo o disperato o angosciato, come i suoi amici e conoscenti (che al contrario di quanto afferma la ciliciana non l'hanno affatto mai abbandonato) non smettono di testimoniare.
Certo era giunto a fine corsa, o comunque lui riteneva di esservi giunto e, da persona poco incline ai compromessi qual'era, molto probabilmente non aveva voglia di trascinarsi per qualche (poco) tempo ancora nella sofferenza e nel disagio fisico.
O forse vi sono altre motivazioni che stanno alla base del gesto "definitivo" con cui ha deciso di porre fine alla propria esistenza.
Quale che siano i motivi, non pare esagerato affermare che sia stata una scelta personale quella di decidere quando far finire la propria vita.
Ed invece per la Binetti ciò non è concepibile, non è possibile, non esiste. Non ci può essere scelta in questo senso: chi si uccide lo fa esclusivamente perchè è solo, disperato, maledetto.
La Binetti sarebbe fuori posto anche nel Medioevo.
Speriamo di dover ascoltare sempre meno esternazioni dalla onorevole fondamentalista. E' imbarazzante avere rappresentanti di tal fatta...
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