Premettiamo: Tolkien non ha nessuna colpa se, in tempi andati, i giovani fascistelli che organizzavano dei campi estivi "metapolitici" per ritrovarsi tutti assieme a fare "eja eja alalà" li chiamarono col nome della simpatica razza inventata dall'autore de "Il Signore degli Anelli".
Ciò premesso, deve essere stata la nostalgia di questi ritrovi a far sì che il ministro La Russa si impegnasse così tanto per realizzare ciò che lui chiama "mini-naja", riuscendo in tempi di crisi a trovare venti milioni in tre anni per questa cosa che, a seconda dei punti di vista, può essere interpretata come un'idea demenziale o piuttosto una iniziativa pericolosa.
Demenziale se pensiamo che nel contempo, volendo rimanere alle forze armate, vengono tagliati gli stipendi del personale delle forze armate (di carriera e precari), o se andiamo a leggere gli obiettivi di questi campi di tre settimane, tra cui la «diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le giovani generazioni» (senza commento...).
Pericolosa, invece, se pensiamo che dopo soli 21 giorni di mini-naja questi novelli balilla potranno iscriversi a quelle associazioni di ex appartenenti alle forze armate che solitamente vengono coinvolte nelle operazioni di protezione civile (evidente l'intenzione di coltivare il proprio bacino elettorale da parte di Mefistofele-La Russa); ma soprattutto pericolosissima se pensiamo che con una prossima legge i partecipanti ai campi La Russa-Meloni potranno godere di strade preferenziali nei concorsi per la ferma breve. Questi campi diventerebbero così uno strumento per selezionare i futuri soldati.
E questa sarebbe una faccenda molto più seria...
La nostra inesistente opposizione farà passare anche questa nel totale silenzio?
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