Sta prendendo sempre più piede, tra il variegato popolo della "Sinistra" italiana, l'ipotesi di una scelta di alto profilo politico in occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo: quella di non presentarsi alla competizione elettorale.
Aldilà della valida osservazione che tale gesto costituirebbe un "piacere" al partito democratico di Veltroni, molte sono le argomentazioni a favore di una tale scelta.
Intanto c'è da fugare ogni possibile dubbio in relazione al PD: è un partito che è nato morto! L'arroganza dell'autosufficienza veltroniana non lo porterà da nessuna parte: il PD non sarà mai maggioranza assoluta nel Paese; né tantomeno saprà sopravvivere stando all'opposizione, perchè per sua natura è un partito di potere e non antagonista (o alternativo) al centrodestra.
Fatta questa doverosa premessa, e venendo agli argomenti tutti interni alla Sinistra, c'è da osservare che la soglia del 4% costituisce un ostacolo pressocchè invalicabile per le formazioni che oggi sono a sinistra del PD. Solo un'aggregazione molto vasta di tutta la galassia di partitini oggi esistenti (Rifondazione compresa, essendo diventata anch'essa partitino...) potrebbe sperare di staccare il biglietto per Bruxelles.
Ma che senso avrebbe, oggi, un'alleanza esclusivamente elettorale? Quale beneficio porterebbe alla elaborazione dei motivi profondi di una sconfitta che in Italia sta assumendo dimensioni drammatiche? Quali riflessioni, azioni, impegni stimolerebbe?
Nulla di nulla. Anzi. Rischierebbe di nascondere per ancor lungo tempo l'esigenza, imprescindibile oramai, di avviare quel progetto di "ripartenza dalla base" sociale che tutti a parole auspicano, ma che nessuno sembra volere o potere realmente iniziare.
Allora il fermarsi per un turno potrebbe servire a "tornare alla società", a riscoprire i motivi autentici del nostro "esserci", a rielaborare (e a riabbracciare) i valori che vogliamo rappresentare, le idee che vogliamo affermare, le persone per cui vogliamo combattere.
Per quanto una scelta del genere possa essere molto difficile da prendere per dei "politici di professione" (ma anche in questi tempi di crisi è difficile pensare che i "nostri politici" possano andare in difficoltà economiche saltando una legislatura), crediamo che il "mestiere" del politico non sia solo quello di partecipare alle competizioni elettorali, ma che soprattutto oggi sia quello di ascoltare le esigenze della base che si vuole rappresentare.
E oggi il popolo di sinistra non vuole partecipare ad un'altra competizione elettorale falsata in partenza da veltrusconi, non vuole essere costretto a votare un'armata brancaleone che litiga su tutto, vuole far ripartire un autentico processo di riaggregazione dalla base, un processo culturale e sociale prima ancora che politico o elettoralistico.
Per cui: fermiamoci per un turno e facciamo campagna elettorale per NON votare per le elezioni Europee.
Se poi vogliamo fare qualcosa di coerentemente politico nei confronti del PD di Veltroni, usciamo ORA E SUBITO da tutte le giunte di centrosinistra a qualsiasi livello amministrativo. Sarebbe una seria risposta ad un gruppo dirigente che per salvare 2-3 punti percentuali e la propria poltrona, non esita a fare terra bruciata della storia di un popolo.
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