21 agosto 2008

Catania: prove di fascismo

Ha dell'incredibile la vicenda che vede protagonista, suo malgrado, il giovane di Catania che rischia di finire internato in una comunità terapeutica con la sola colpa di essere un giovane politicamente impegnato, oltre a quella di essere figlio di genitori che si sono separati in malo modo.
L'ordinanza del giudice Massimo Esher si inserisce a pieno titolo in quella che potremmo definire "giustizia creativa", basandosi unicamente sulle relazioni degli assistenti sociali, magari amici (questi ultimi) del padre del ragazzo, già segretario proprio dell'assessorato comunale ai servizi sociali e unico responsabile di questo scempio che grida vendetta!
Riassumiamo la vicenda.
Il giovane è figlio di due genitori separati che sembra non abbiano ancora risolto tutti i loro contenziosi. La madre, medico, ha una concezione abbastanza aperta delle modalità di educazione dei figli e, in ogni caso, ritiene di dover lasciare libero il figlio di fare le proprie esperienze. Il figlio in questione ha 16 anni, età in cui un ragazzo ha il diritto di esplorare le strade che la vita gli mette davanti, ed è politicamente impegnato in un circolo di giovani comunisti.
E qui sorgono i problemi col padre, che appare il tipico figlio della lupa, che vede come fumo negli occhi tutto ciò che si colora di rosso. Tanto da spingere il figlio a stare con la madre (e come biasimarlo, con un padre di tal fatta?).
Ora, che un uomo separato sfoghi tutta la sua rabbia repressa di maschio oltraggiato contro la ex-moglie, in un paese maschilista come il nostro ci sta tutto...
Che lo stesso uomo viva col mito del "grande calvo" al grido "boia chi molla" e che utilizzi i suoi miseri intrallazzi da politichetto di paese per ottenere favori dagli "amici" ci sta pure, visti i tempi che viviamo...
Ci sta molto meno che un "giudice" motivi un provvedimento così importante asserendo che la madre, lavorando la notte, non può badare in maniera adeguata al figlio (è un medico, che dovrebbe fare: trascurare i suoi pazienti?). Oppure contestando alla stessa madre che una volta ha portato il figlio a donare il sangue. Questo per il giudice sarebbe un gesto “non moralmente sano” per il giovane. Inquietante.
L'intero provvedimento è basato sulla relazione di una combriccola di operatori sociali che affermano che i luoghi frequentati dal giovane (che in realtà frequenta quasi esclusivamente il circolo dei giovani comunisti del suo comune) sono luoghi «dove è diffuso l'uso di sostanze alcoliche e psicotrope» (in realtà, vista la presenza di vino e incenso, in questa assurda definizione potremmo farci entrare anche le Chiese...). Che poi il giovane (e la madre) abbiano prodotto un drug test della ASL che risulta negativo è irrilevante per il Dott. Esher: il ragazzo è sulla strada della perdizione. Che guarda caso curva a sinistra...
In un Paese anche solo leggermente normale, il giudice sarebbe spostato ad occuparsi di altro (il diritto di famiglia è cosa troppo seria da essere lasciato alla creatività del momento...), quegli assistenti sociali cambiati di mansione e spediti magari a pelar patate in qualche mensa comunale ed al padre (al quale l'orgoglio di maschio ferito non impedisce però di percepire un assegno dalla ex-moglie) sarebbe vietato anche solo di avvicinarsi ai figli.
In un Paese normale...
Nel nostro Paese oppresso dal Veltrusconismo, invece, questa vicenda è solo l'ennesima tappa verso una deriva che vuole eliminare tutto ciò che è diverso, tutto ciò che è "altro" dal mondo così come è concepito da Veltroni e/o da Berlusconi e dai terrificanti modelli di società che i due novelli Mussolini incarnano.
Un altro passettino verso una società perfettamente "ordinata", "allineata" e "pulita".
La società dei balilla.

Nessun commento:

Posta un commento