Giletti ha dato un'altra esemplare (in negativo) prova del suo personale "perbenismo interessato" e della sua "dignità fatta di vuoto".
Nella puntata di oggi della sua trasmissione su RaiUno, dedicata nella prima parte interamente al ricordo della figura di Lucio Dalla, è riuscito in trenta secondi a distruggere (involontariamente?) tutta la celebrazione costruita attorno al ricordo del grande artista. Ad una signora che, intervenuta nella discussione, chiedeva che si parlasse anche della omosessualità di Dalla come componente importante della sua vita (dal tono della richiesta appariva evidente che la signora voleva cogliere questa dolorosa occasione per poter rendere un servizio alla maggior parte degli omosessuali che in Italia sono costretti a vivere clandestinamente, idea che ritengo potesse assolutamente essere "gradita" al cantante scomparso) il grande ipocrita bigotto ha controbattuto che aveva perso un'ottima occasione per tacere e che non era il caso, in questa circostanza, di "approfondire questo aspetto della vita" di Lucio Dalla. Quindi le ha tolto la parola e ha mandato la pubblicità.
Al di là del fatto che Dalla non amava spettacolarizzare la sua realtà di omosessuale, al di là del fatto che molto poco è sempre trapelato della sua privata, riteniamo fosse doveroso chiamare Marco Alemanno con la definizione che gli spetta: non un semplice "amico", quindi, ma il compagno di Lucio. Pochi giornalisti hanno avuto questa minima accortezza, questo banale "coraggio".
E al di là della occasione persa (come dicevo sopra), appare vergognoso che il primo pomeriggio domenicale della rete "ammiraglia" della Rai debba essere nelle mani di siffatti personaggi. La coppia Giletti-KlausDavi è una perfetta macchina di ipocrisia, bigottismo, voyerismo, sensazionalismo spicciolo, perbenismo, fariseismo: va spazzata via dalla televisione pubblica quanto prima.
Di sepolcri imbiancati ne abbiamo già troppi...
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