«... io sono atterrato in questo istante da.. dagli Stati Uniti... se oggi pomeriggio se Francesca potesse... io verrei volentieri ... una ripassata... »
A parlare è colui che, a buona ragione, può essere definito il secondo uomo più potente d'Italia dopo Berlusconi. Nonchè il suo sodale principale, allo stato attuale: il suo braccio destro, il suo "esecutore". La seconda B di quella che oramai è conosciuta come "la B2".
L'uomo della provvidenza, nonchè della emergenza continua, è incappato in un brutto guaio. Lui e la potentissima struttura della Protezione Civile, che si è costruito intorno negli anni, evidentemente si sentivano intoccabili, vista la copertura di cui godono da parte del grande capo, e visto anche il progressivo deterioramento della società civile italiana, che sempre meno sembra attenta a tutti i diabolici meccanismi con i quali il peggior governo di sempre le sta sottraendo (alla società civile) sempre maggiori spazi di intervento e di potere, concentrandolo nelle mani di sempre meno persone. Anzi, di una sola: Guido Bertolaso.
Qualcosa è andato storto, e il vaso di pandora si è aperto.
Speriamo che questa volta si possa andare sino in fondo, e che si possa dare una spallata decisiva a questo sistema corrotto di potere orgiastico, che a fronte di montagne di denaro fatto guadagnare agli amici senza regola alcuna ottiene come contropartita benefit, beni mobili e immobili, e tante, ma proprio tante, allegre e gioiose puttane.
12 febbraio 2010
10 febbraio 2010
Il giorno del ricordo... manipolato
Ogni anno, dal 2004, il «Giorno del ricordo» viene usato dalla retorica dei partiti della destra italiana, che affonda le sue radici nell'ideologia fascista, per cancellare le responsabilità italiane e repubblichine nei massacri in terra slava e per ricordare foibe ed esodo dall'Istria e da Zara in modo «regressivo e profanatorio».
Quel piccol-uomo di Alemanno lo usa per organizzare il «Viaggio nella civiltà istriano-dalmata», una sorta di viaggio della memoria che finisce - paragonando le foibe alla Shoah - per banalizzare volutamente l'Olocausto.
La ricostruzione dei sempre-fascisti, falsata e manipolata, della tragedia delle foibe, a fronte di presunti 10-15000 morti italiani mai documentati e di cui non è mai stato ricostruito un elenco accettabile, nasconde il massacro di centinaia di migliaia di jugoslavi (e di civili italiani che lì vivevano) perpetrato dalle milizie fasciste, da sole o al servizio delle SS.
E alla fine raggiunge lo scopo di riattizzare gli odii nazionalistici antislavi, che furono proprio all'origine dell'aggressione fascista del 1941.
Ogni giorno di più, il nostro Paese si avvicina nei modi, nei provvedimenti, nell'arroganza del potere, nell'impunità dei potenti, all'epoca più buia della nostra storia.
Bisogna mantenere alta la vigilanza, perchè il fascismo, in nuove forme, può tornare in qualsiasi momento; anzi, ha già da tempo ripreso ad incancrenire il tessuto civile italico: da quando qualcuno di cui faremmo volentieri a meno decise di "scendere in campo"...
Quel piccol-uomo di Alemanno lo usa per organizzare il «Viaggio nella civiltà istriano-dalmata», una sorta di viaggio della memoria che finisce - paragonando le foibe alla Shoah - per banalizzare volutamente l'Olocausto.
La ricostruzione dei sempre-fascisti, falsata e manipolata, della tragedia delle foibe, a fronte di presunti 10-15000 morti italiani mai documentati e di cui non è mai stato ricostruito un elenco accettabile, nasconde il massacro di centinaia di migliaia di jugoslavi (e di civili italiani che lì vivevano) perpetrato dalle milizie fasciste, da sole o al servizio delle SS.
E alla fine raggiunge lo scopo di riattizzare gli odii nazionalistici antislavi, che furono proprio all'origine dell'aggressione fascista del 1941.
Ogni giorno di più, il nostro Paese si avvicina nei modi, nei provvedimenti, nell'arroganza del potere, nell'impunità dei potenti, all'epoca più buia della nostra storia.
Bisogna mantenere alta la vigilanza, perchè il fascismo, in nuove forme, può tornare in qualsiasi momento; anzi, ha già da tempo ripreso ad incancrenire il tessuto civile italico: da quando qualcuno di cui faremmo volentieri a meno decise di "scendere in campo"...
07 febbraio 2010
I nuovi piccoli balilla di La Russa
Il ministro-mefistofele l'ha chiamata mini-naja, sperimentandola lo scorso autunno con gli alpini di Bolzano.
Sarà pure "mini", ma intanto per questa balzana idea si è previsto un budget di 21 milioni di euro. Non pochi, in tempi di crisi.
Ma cosa faranno questi baldi giovanotti durante queste poche settimane di "corso"? Secondo La Russa avranno «una preparazione atletico-culturale di tipo militare». Si eserciteranno in «attività ginnico-sportive, addestramento base di difesa personale, nozioni sulla leadership, igiene alimentare».
Vi ricordano qualcosa queste parole? Già, indovinato! Sono grosso modo le finalità costitutive dei piccoli balilla o, se preferite, delle avanguardie giovanili fasciste di mussoliniana memoria.
Le analogie e le "vicinanze" col ventennio più buio della storia d'Italia cominciano ad essere troppe; e ad inquietare anche gli spiriti più ottimisti.
Non dovremmo porre un argine a tutto ciò?
Sarà pure "mini", ma intanto per questa balzana idea si è previsto un budget di 21 milioni di euro. Non pochi, in tempi di crisi.
Ma cosa faranno questi baldi giovanotti durante queste poche settimane di "corso"? Secondo La Russa avranno «una preparazione atletico-culturale di tipo militare». Si eserciteranno in «attività ginnico-sportive, addestramento base di difesa personale, nozioni sulla leadership, igiene alimentare».
Vi ricordano qualcosa queste parole? Già, indovinato! Sono grosso modo le finalità costitutive dei piccoli balilla o, se preferite, delle avanguardie giovanili fasciste di mussoliniana memoria.
Le analogie e le "vicinanze" col ventennio più buio della storia d'Italia cominciano ad essere troppe; e ad inquietare anche gli spiriti più ottimisti.
Non dovremmo porre un argine a tutto ciò?
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