"Ne sentirete delle belle", ci aveva preannunciato lo psiconano pidduista puttaniere, parlando del Giudice Mesiano.
Evidentemente aveva già dato ordine a quella stuola di schifidi servi che si spacciano per giornalisti di pedinarlo (come facevano le BR, e come fa tutt'oggi la mafia) per evidenziarne gli atteggiamenti "stravaganti". Insomma, per avallare la convinzione più volte espressa dall'impotente padrone di mediaset, e mai ritirata, che i magistrati sono psicologicamente instabili.
Attenzione ai colpi di coda del caimano morente, ci ammoniva qualche giorno fa un illustre politologo dei nostri tempi. Ed è vero.
La montatura che il premier da bagaglino (espressione dell'On. Bindi, cui vanno riconosciuti i diritti) sta tentando di metter su contro il giudice che gli ha ordinato di rimborsare alla CIR tutti i danni causati da vent'anni a questa parte al gruppo di De Benedetti è di quelle veramente "basse". Per quanto facilmente smontabile.
E' evidente infatti che questi fantomatici testimoni, che avrebbero sentito il giudice parlare in una cena privata (per quanto in un locale pubblico) in termini poco in sintonia con berlusconi, fossero già "nella disponibilità" dei teppisti del "Giornale" di famiglia all'epoca dei fatti.
Pertanto nulla impediva al premier di avanzare istanza di ricusazione di un giudice così evidentemente ostile, per evitare una sentenza che rischia di mandare sul lastrico (speriamo) l'intera famiglia!
Così non è stato. Perchè?
Semplicemente perchè questi testimoni non esistono: sono poveri cristi al soldo di tappetino-feltri azionati giusto per fare un po' di caciara.
E per dare forza alla sciagurata proposta di far eleggere i giudici dal popolo: così come richiesto dalla mafia nel famoso "papiello"...
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