L'Arci (tre le pochissime voci che si fanno sentire sull'argomento) promuove un'iniziativa per contrastare le «leggi razziste» del ministro Roberto Maroni e la sua proposta di «schedare» i bambini che vivono nei campi mediante l'obbligo di prendere loro le impronte.
«Prendetevi le nostre impronte, non toccate i bambini e le bambine rom e sinti»: questo in sintesi il messaggio che l'Arci vuole gridare all'Italia intera.
Molte le adesioni, sia di associazioni e movimenti (Aned, Antigone, Cantieri Sociali, settori del movimento lgbt) che di artisti e personaggi della cultura, da Andrea Camilleri a Moni Ovadia a Dacia Maraini, Ascanio Celestini e numerosi altri.
Un po' meno (sinora) le adesioni della politica militante e comunque troppo poco "rumorose". Questa lodevole iniziativa andrebbe "coltivata" con tutte le energie possibili da parte di quella area che viene solitamente definita "ex arcobaleno" e che, invece, in questi giorni sembra tutta troppo presa a dirimere (con molto poco senso del futuro e della decenza) i propri affari interni.
Eppure è questo il momento di dare un segnale forte di contrasto alle politiche discriminatorie, persecutorie e razziste di Maroni e della maggioranza che lo sostiene.
E non è di gran sollievo leggere che comunque i Prefetti interessati sembrano organizzarsi con altre modalità per le schedature: sempre di schedature si tratta, in violazione dei più basilari diritti umani che vietano la discriminazione delle persone in base alla loro razza, etnia o religione.
«O tutti o nessuno» sarà uno dei motti che animerà la mobilitazione di lunedì a Roma, che dovrebbe essere solo una tappa di tutta una serie di iniziative che si ripeteranno (si spera) a Milano, Firenze, Genova, Reggio Emilia e altre città.
Stiamo tornando nei tempi bui delle leggi razziali. La Sinistra che non c'è cerca con grande tormento (almeno a parole) quei valori di base che dovrebbero costituire l'ossatura del suo "comune fare", unitario e a partire dalla propria identità sociale. Questa è una occasione che la Sinistra non può lasciarsi sfuggire, per ripartire dal senso del proprio agire politico lasciando da parte biechi litigi su tessere, congressi e delegati... per gridare ad una sola voce:
«Stiamo tutti Rom! Schedateci!»
06 luglio 2008
Siamo tutti Rom
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