Un campionato vinto in Portogallo (nazione non particolarmente famosa per avere un calcio vincente), una Coppa Campioni in (forte) odore di taroccamento, un campionato vinto in Inghilterra con uno squadrone creato a suon di miliardi.
Questo il (quasi misero) ruolino di marcia dell'allenatore dell'Inter, Mourinho, che riesce a stare al centro dell'attenzione mediatica come nessun altro allenatore degli ultimi 10-15 anni.
Il gioco dell'Inter è pressocchè inesistente (ma neanche quello del Chelsea era eccelso...), di tattica neanche a parlarne, l'unica capacità che sembra avere il portoghese è quella di farsi comprare dai propri presidenti di società tutti i calciatori che desidera, senza badare a spese, salvo poi a volte rimandarli al mittente perchè brocchi (Quaresma docet).
Eppure questo allenatore, che ha preso in mano una Inter senza avversari in Italia, pur non avendo fatto niente di più del suo precedessore a Milano e avendo vinto in carriera molto ma molto meno di tanti altri allenatori, viene incensato a piene mani da molti di quei lacchè-mangia-pane-a-tradimento che solitamente vengono indicati come "giornalisti e opinionisti sportivi" e che imperversano su tutte le televisioni piccole e grandi d'Italia.
Perchè?
Questo rimane un mistero. La risposta più probabile è che di "giornalisti e opinionisti sportivi" in Italia (e in particolare in televisione) non ne siano rimasti molti. Quelli che vediamo ogni giorno sono, appunto, miserrimi lacché, che non essendo in grado di fare altro mestiere sbarcano in lunario facendosi lautamente pagare dagli schiavi dell'Auditel, leggi (inetti) direttori e (ignoranti) proprietari di televisione.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico della questione, non essendo esperti di calcio, ci limitiamo ai numeri. Provate a paragonare quelli di Ancelotti, Sacchi, Capello, Lippi (solo per fermarci in Italia) a quelli dello Special Zero: poi traetene da voi stessi le conclusioni...