21 novembre 2008

Pagliacci

Questo post è un divertissement.. una sorta di quiz.
Vi propongo qui di seguito due (parziali) biografie di altrettanti politici, vi invito ad indovinare a chi appartengono. Il punto di contatto tra i due ve l'ho già svelato io: nel titolo del post...

Biografia 1

La sua storia politica prende il via alla fine degli anni ottanta. È Vincenzo Scotti ad introdurlo in questo mondo (sindaco di Napoli è Nello Polese). È anche il tempo degli albori di Tangentopoli. Nasce nel capoluogo campano una giunta di salute pubblica. Ne entra a far parte come assessore alla cultura, ma resta in carica solo per pochi mesi. Nel 1994 entra nel Ppi ma quando Rocco Buttiglione se ne allontana lui lo segue per poi passare con Clemente Mastella nell’Udeur, del quale diventa segretario regionale nel 1998. Nel 2000 è capolista alle regionali, primo eletto nel partito con oltre 13mila voti. Alla fine rimane nella Margherita (area rutelliana) anche dopo lo strappo di Mastella, ed è nominato responsabile da Rutelli per il partito nel Mezzogiorno. Nel 2000 si candida alle regionali e diventa responsabile del partito per il Mezzogiorno. Al congresso regionale del 2003 si candida segretario, sfidando un nome storico, Ciriaco De Mita, ma ottiene il 21% delle preferenze. A De Mita, comunque, si è poi riavvicinato. Nel 2005 circola insistentemente il suo nome come candidato alla carica di primo cittadino di Napoli. Ma Rosa Russo Iervolino la spunta e viene riconfermata a sindaco. Eletto nella XVI legislatura, è membro della commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisi e dell’8^ commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni).

Biografia 2

Della sua infanzia racconta: « Ho frequentato per 11 anni il San Giuseppe De Merode, un istituto gestito dalla Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Una scuola cattolica da cui sono uscito con il massimo dei voti e con il minimo della fede. »
Nel 1993 prende la tessera radicale. Nel 1997 svolge il servizio civile a Roma presso Legambiente. Il 1° gennaio 1998 partecipa alla sua prima manifestazione organizzata dai Radicali, dove conosce Marco Pannella. Inizia a frequentare assiduamente la sede radicale, diventando responsabile per l'informazione dei radicali. A soli 28 anni, è uno dei più giovani segretari di partito di sempre.
Fra il 2004 e il 2005, si spende in prima persona per i referendum parzialmente abrogativi della legge 40/2004, in tema di procreazione medicalmente assistita.
Candidatosi alle Politiche 2006, viene eletto nelle file della RnP alla Camera dei deputati. Dopo l'elezione alla Camera nel 2006, iniziano i primi screzi con il leader storico dei radicali Marco Pannella, il quale lo accusa più volte di agire per la propria visibilità personale, piuttosto che per il Partito (intuizione profetica, ndr).
Verso fine giugno 2007 si consuma la rottura. In una intervista a Libero, il nostro "personaggio misterioso 2" annuncia di voler fuoriuscire dai Radicali Italiani per fondare un network liberale che non parta «dal fronte parlamentare, ma da imprenditori, artigiani, lavoratori del privato e semplici cittadini».
Il 9 febbraio 2008, annuncia la sua adesione al Popolo della Libertà, anche se non viene candidato.
Successivamente, l'11 maggio 2008, viene nominato nuovo portavoce di Forza Italia, prendendo il posto a via dell'Umiltà di Paolo Bonaiuti.
Buon divertimento...

16 novembre 2008

Renato Brunetta, o del nulla assoluto

Che Brunetta sia ministro in questo governo principalmente perchè è uno dei pochi politici al mondo più bassi di Berlusconi è fatto oramai accertato.
Ma non è l'unico motivo.
Altro importante fattore "di merito" per la sua promozione a ministro della PA sta nel livore profondo che egli prova nei confronti dei lavoratori e, più in generale, dell'intero mondo che lo circonda.
Per motivi a noi oscuri (ma molto probabilmente legati a qualche problema avuto in gioventù), il Brunettolo (come viene chiamato bonariamente dagli amici più intimi) semplicemente odia il mondo intero. E riversa il suo odio, nella migliore tradizione del liberismo italiano, nei confronti delle fasce sociali più deboli.
Le sue ultime uscite non fanno ben sperare per la sua tenuta psichica, pur tuttavia c'è qualcosa che il nostro (si fa per dire) ministro potrebbe fare di utile.
Nella sua globale "operazione trasparenza" potrebbe dare risposta alla richiesta avanzata dal presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, il quale ha scritto al Magnifico Rettore dell'Università romana chiedendo che vengano resi pubblici i dati relativi alle ore di presenza del prof. Brunetta presso la cattedra universitaria e i relativi compensi. Al Magnifico Rettore dell’Università di “Tor Vergata”, il Presidente Repetto, ha chiesto ufficialmente, “nello spirito del principio di leale cooperazione istituzionale sancito dall’art 22 della Legge 241/90, se tra il 1999 e il 2008 il Prof. Brunetta, Professore Ordinario di Economia del Lavoro presso l’Università romana, abbia preso aspettativa o, in caso contrario, come abbia conciliato tutti i propri incarichi. E qualora abbia mantenuto attivo il proprio incarico di professore ordinario, quante ore di presenza abbia garantito e mantenuto a “Tor Vergata”, con quali retribuzioni relative ed eventuali ulteriori consulenze”.
Ecco, i giorni di presenza dell'onorevole europeo Brunetta del 2008 grosso modo li conosciamo (meno del 50%). Saremmo curiosi se va meglio sul fronte Brunetta-professore universitario.
Magari scopriamo che questa ossessione dei "fannulloni" è null'altro che una particolare tipologia contorta di transfert curativo.
A forza di ribadire, su tutti i media compiacenti, falsità come se fossero la verità rivelata (ad esempio i dati sui giorni di malattia del pubblico impiego, presi a campione e ufficializzati invece come se fossero quelli totali), si sta convincendo di essere dio (e in questo rischia la concorrenza diretta del grande capo di governo) e macina una stupidaggine dietro l'altra. L'ultima in ordine cronologico: "il paese è con me".
Lo diceva anche il suo primo sponsor prima che gli italiani lo prendessero a monetine...

07 novembre 2008

Fermiamoli!

Quello dell'attuale legislatura non è solo probabilmente il peggior governo della storia della Repubblica. E' sicuramente il più pericoloso.
Forte di una maggioranza in Parlamento tale da consentirgli di approvare qualsiasi schifezza a colpi di fiducia, questo governo è permeato di ignoranza, sciatteria, razzismo, incapacità e antistato.
Il ricorso all'uso della forza (verbale e sostanziale) per "convincere" le popolazioni locali ad accettare decisioni inaccettabili è oramai modus operandi. L'odio ed il disprezzo per il "diverso" predicato con interventi, opinioni e battute (definire "abbronzato" un uomo di origini africane è peggio che dargli del "negro"...) viene sempre più spesso inserito nella "pratica" quotidiana delle leggi approvate da questi sciagurati. Lo smantellamento di tutto ciò che è "pubblico" o di "pubblico interesse" (amministrazione, scuola, finanche televisione ed editori "puri") procede come un rullo compressore. I sindacati che non accettano di diventare "complici" vengono emarginati (o meglio si tenta di emarginarli, con conseguenze ancora tutte da verificare...).
Il tutto nella pressocchè totale rassegnazione della "società civile" e di quelli che dovrebbero essere le sue "sentinelle" (leggi opposizione & c.). Tanto che non ci si indigna nemmeno più se due delinquenti del calibro di Dell'Utri e Licio Gelli imperversano con le loro deliziose farneticazioni sui media del Paese, invece che marcire in galera come meriterebbero.
Gli spazi per resistere si fanno sempre più ristretti e le modalità sempre più difficoltose ed impervie. Ma ciò non toglie che usare tutti i mezzi che una società civile possiede per fermare questi esseri che ci governano è l'unico sistema per impedire che l'Italia diventi ciò che erano (ed in parte ancora sono) gli stati del sud-america di un triste passato non troppo lontano.
Speriamo che l'Onda che è montata contro lo smantellamento della scuola pubblica di ogni ordine e grado riesca ad ingrossarsi sempre più, coinvolgendo quanti più settori della società civile minacciati dalle politiche berlusconiane, fino a riuscire a spazzare via i Brunetta, i Sacconi, le Gelmini, le Carfagna, i loro compagni di merende e il loro grande burattinaio; i quali, tutti assieme e ognuno singolarmente, ci fanno vergognare di essere Italiani.