01 ottobre 2011

Quale alternativa...

Quale alternativa si profila all'orizzonte rispetto a questo governo corrotto e corruttore, che sta distruggendo economicamente, socialmente, politicamente ed eticamente il nostro Paese?
Niente di buono sembra attenderci, in verità, qualora il centrodestra dovesse perdere le prossime (inevitabilmente) vicine elezioni.
Il PD sembra in totale cortocircuito. Suoi massimi dirigenti hanno recentemente affermato, senza essere smentiti, che la criminale "lettera" di raccomandazioni (o sarebbe meglio dire di "ordini") inviata dalla BCE (e da Draghi) al governo italiano dovrebbe essere la base di partenza per un futuro governo credibile ed affidabile. Ed ecco che il programma ultraliberista che Trichet, Draghi e Marcegaglia disegnano per il futuro dell'Italia diventa il manifesto programmatico del partito che dovrebbe essere la massima espressione della sinistra italiana. Gli eredi del PCI che abbracciano le idee di Reagan o giù di lì: niente pensioni di anzianità, umiliazione del ruolo del "pubblico", annientamento dei diritti dei lavoratori dipendenti in genere. Uno scenario da incubo, che passa quasi nel totale silenzio dei media più "vicini" al centrosinistra.
Colui che sembrava essere la grande speranza di una rinascita dell'utopia socialista (beh, forse questa espressione è eccessiva... allora diciamo del riaffermarsi di valori prettamente di sinistra: lavoro, solidarietà, welfare, beni comuni) ha pensato bene di dare anch'egli una bella mazzata al nostro umore già nero.
Nichi Vendola, infatti, approfittando delle recenti riflessioni di Fausto Bertinotti sulla inutilità di "questa" sinistra (riflessioni che ci trovano totalmente d'accordo), ha ribadito che il suo orizzonte è un rapporto privilegiato col PD (con "questo" PD?!?) piuttosto che con le anime variegate della Sinistra e dei movimenti; arrivando ad abbandonare (definitivamente?) il concetto di "de-crescita" tanto caro a molti di noi come unica strada possibile per una vera alternativa al governo liberista e capitalista del mondo.
E ciò che resta della Sinistra? Troppo frammentata, con troppo poche occasioni per farsi sentire, emarginata dai media (grandi e piccoli), incapace ancora di farsi interprete autentica dei tanti movimenti che stanno animando (ancora troppo poco) la società civile, cercando di resistere alla chirurgica distruzione che di essa sta operando l'attuale potere politico.
Forse dovremmo augurarci che attorno al PRC di Ferrero torni a concentrarsi l'attenzione di quanti continuano a pensare che "un altro mondo è possibile", totalmente alternativo a questo; e che questa alternativa non si realizza con piccole modifiche ai modelli dominanti attuali, ma con un radicale cambiamento dei modi e dei contenuti dell'agire politico. Bisogna tornare a mettere al centro dell'iniziativa politica il lavoro, la scuola pubblica, i beni comuni, il mondo della conoscenza e della ricerca, le fasce sociali più in difficoltà (anziani, giovani, famiglie senza lavoro), la lotta contro l'evasione e l'elusione fiscale, l'affarismo, la corruzione e le grandi ricchezze. Insomma, una politica di Sinistra, che né Vendola né tantomeno il PD sembrano poter attuare...

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