22 ottobre 2010

Liscia o gassata, purchè sia industriale.

Non c'è niente da fare, al PD la "buona acqua" (tipo quella pubblicizzata dalla Littizzetto per capirci) risulta proprio indigesta.
Non avendo potuto in alcun modo fermare la raccolta di firme per i referendum del Forum per l'acqua "pubblica" e avendo forse sentore di come andrà a finire quella partita (con una mobilitazione dal basso di quel livello non c'è partito che la possa sconfiggere..), ecco che il non partito delle non idee si trasforma rapidamente nell'efficientissimo partito delle idee pessime.
Ecco allora che il PD elabora (parola grossa per il PD, in effetti) la proposta di legge ufficiale in materia di acqua, che sottoporrà alla discussione tra gli iscritti.
Ora, al di là del fatto che non si capisce di quali "iscritti" stiamo parlando e di quali potranno mai essere le forme di discussione di una proposta di legge già bella e incartata, diamo un'occhiata ai contenuti della stessa, per capire una volta di più di quanto PD e PDL siano sempre più spesso due facce della stessa medaglia.
Secondo il PD, pubblico deve rimanere solo l'acquedotto, ovvero le reti, mentre la gestione DOVRA' essere affidata a chi garantisce la gestione industriale. In altre parole a società (spesso a delinquere) sul modello di Acea e Acqualatina, tanto per fare due nomi terrificanti...
Ma anche su tutto il resto tale proposta ricalca il modello nato nel 1994 con la legge Galli. Ad esempio rimane la remunerazione del capitale investito, ovvero quel profitto garantito per legge (e pagato dai cittadini) che i referendum del Forum vogliono abrogare.
In definitiva: il PD sposa in pieno il modello industriale!
E come potrebbe essere diversamente? Nel cda di Acqualatina (tristemente nota alle cronache italiche per chiudere i rubinetti ai cittadini che non pagano l'acqua rincarata a volte del 3000 per cento) siede Luigi Besson, uno dei tecnici (sic!) del PD in tema di acqua. Analoghe situazioni in Calabria, in Sicilia, in Campania, nel Lazio, per non parlare dell'Emilia: una infinità di società figlie di quella "gestione industriale" tanto cara al PD, e che tanti danni ha fatto e continua a fare sul nostro territorio.
Sentore di conflitto di interessi?!? NAAAA!!! Queste cose nel PD non esistono: gli interessi non confliggono affatto! Sono proprio quelli e nel PD non si preoccupano più di tanto di nasconderli...
Chissà cosa ne pensa la famigerata "base" del PD di questa ennessima "scivolata" del partito...

14 ottobre 2010

Eroi e pavidi d'Italia

Dove non poté la ndrangheta ci riuscì un direttore di giornale.
Lucio Musolino, giovane e coraggioso cronista di giudiziaria presso il quotidiano "Calabria Ora", impegnato da tempo a scavare il fenomeno criminale a Reggio Calabria e dintorni approfondendo i legami tra criminalità organizzata e colletti bianchi e minacciato pesantemente dalla ndrangheta reggina, è stato trasferito dal suo direttore da Reggio Calabria a Lamezia Terme.
Sembra che tale provvedimento sia stato preso in conseguenza dell'intervento del giornalista alla trasmissione Annozero di Michele Santoro, dove Lucio Musolino parlò di un rapporto del Ros che riguardava la partecipazione dell'allora sindaco di Reggio Calabria, oggi presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ad una cena per festeggiare l'anniversario di matrimonio dei genitori di un imprenditore poi arrestato nell'Operazione Meta, banchetto cui era presente il boss Cosimo Alvaro, oggi latitante.
L'allontanamento del giovane cronista avrà l'effetto ultimo di distoglierlo dalla sua preziosa attività nel mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica sugli opachi legami politico-criminali che tengono da sempre in scacco la Calabria.
Pensate che il direttore di Calabria Ora sia un sodale di Scopelliti o del suo padrone Berlusconi?
Sbagliato: è Piero Sansonetti, l'ex comunista oramai abitué di Porta a Porta.
Se penso che è stato anche direttore de Il Manifesto mi viene il magone...

12 ottobre 2010

Godetevi lo show

Altri 4 soldati morti in "missione di pace" in Afghanistan. Sono 34 in tutto dall'inizio della missione.
Ci si chiede quanti morti serviranno per convincere i nostri governanti (e la nostra classe dirigente in generale) che da quel pantano ci si debba tirare fuori subito.
La guerra in Afghanistan non serve a nulla e non giova nè agli afghani nè al resto del mondo. Oramai è ampiamente chiaro che la missione (non più "ONU" da molto tempo) non servirà a stanare Osama Bin Laden (ammesso che esista) dalle montagne pakistane, perchè non è così che si combatte il terrorismo di Al-Qaeda; non servirà a portare la "civiltà" agli afghani (cui invece ha consegnato un governo che più corrotto non si può e sempre e comunque un paese spartito tra i signori della guerra e i trafficanti d'oppio), perchè la civiltà non si "impone" nonostante gli illuminati americani da sempre sostengano di essere gli unici portatori sani di democrazia nel mondo (ma tutto il resto del mondo sa benissimo che le cose stanno ben diversamente...); non servirà a rendere il mondo migliore, anzi questa guerra e le altre guerre (con evidente prevalenza della guerra continua di Israele contro i palestinesi) stanno rendendo il mondo sempre più egoista ed insicuro.
Già queste considerazioni di carattere generale sarebbero sufficienti a negare qualsivoglia utilità a questo (come ad altri) conflitti.
Ma la nostra partecipazione non ha alcun senso anche nello specifico della realtà del nostro Paese.
La nostra Costituzione ripudia la guerra, nonostante i berlusconi, nonostante i frattini e nonostante i la russa. E siccome l'Italia in Afghanistan partecipa, necessariamente, al conflitto in atto, va da sè che stiamo partecipando ad una guerra, andando contro la nostra Costituzione. Ed ora vogliamo addirittura il permesso di bombardare allegramente a destra e a manca.
Quindi: cosa aspettiamo a ritirare i nostri soldati? Non è sufficiente l'indignazione sempre più diffusa che porta oggi, evento mai accaduto nelle altre circostanze, il padre di una vittima ad una reazione rabbiosa nei confronti dei nostri ministranti?
Non dovremmo essere tutti noi ad urlare coralmente ai nostri governanti schierati all'arrivo delle bare: "Godetevi lo spettacolo!"?
E cosa dire dell'opposizione parlamentare "di sinistra", che cerca distinguo su distinguo pur di non smarcarsi definitivamente dalla guerra? Mi viene da dire che la nostra Costituzione ripudia la guerra anche nonostante i d'alema e nonostante i fassino.
Ma per quanto tempo dovremo scontare l'onta dei bombardamenti "umanitari" nella ex Jugoslavia?
Abbiamo già dato.
Non è solo all'attuale governo che chiediamo di farsi da parte, ma anche a tutti coloro che in passato hanno attuato le stesse politiche criminali, in nome dell'ossimoro del ventunesimo secolo: la guerra umanitaria.
Quanti morti ancora?

02 ottobre 2010

Schedature italiane

Novità sui treni dal 1 Ottobre: accanto al titolo di viaggio bisogna esibire un documento di identità, sinora obbligatorio solo per biglietti con particolari sconti.
A che serve questa ennesima incombenza securitaria per il cittadino? Ad essere "identificato"? E da chi poi? Da un controllore?
Ma ammesso che la necessità sia questa (che potrebbe anche essere tollerabile), per quale motivo lo zelante controllore deve riportare gli estremi del mio documento sul palmare? E dove andranno a finire quei dati? Chi li gestirà? Per quali motivi?
Perchè devo essere schedato nei miei spostamenti?
In tutto questo cosa dice il garante della privacy?
Si attendono risposte.