16 marzo 2011

La doppia morale dell'elefante

"Va' e non peccare più".
Con queste parole del Vangelo, Giuliano Ferrara concludeva il suo nuovo spazio televisivo post-tg1 (come dire l'amplificazione della propaganda di Minzolini...).
Noi, che abbiamo frequentato con giusta passione e abbastanza proficuamente le Sacre Scritture, di solito cerchiamo di citarle il meno possibile, perchè sulle nostre labbra (di noi che non siamo nè teologi nè chierici) alcune frasi potrebbero risultare simil-blasfeme.
Sentirle uscire dalla bocca di Ferrara, però, provoca direttamente disgusto.
L'esegesi (molto terra-terra) dell'episodio dell'adultera serviva all'Elefantino ad affermare la necessaria pietà che bisogna provare nei confronti della povera umanità che sbaglia, che va capita perdonata e coccolata affinché si redima, perchè si può sempre redimere.
«Ci vuole il cuore di carne e non di pietra», ha chiosato il giornalista.
Peccato che, in passato, Ferrara non abbia riservato cotanta pietas nei confronti delle donne decise ad interrompere la gravidanza, quando, nella più schifosa campagna elettorale che si ricordi, le insultava attingendo al più cinico e misero repertorio del cattolicesimo più retrogrado (tipo militia christi e pontifex, per capirci).
Evidentemente allora il cuore di pietra era più "utile" al (ben misero) scopo del "consigliere colto" di Berlusconi.
Che siffatto personaggio possa fare la morale a noi tutti, dàndoci dei "bacchettoni", è cosa possibile solo nella tv di stato italiana...

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