11 marzo 2011

(Contro)riforme e riforme-contro

E siamo finalmente giunti alla riforma "epocale".
In realtà la riforma del sistema giudiziario avanzata dalla coppia Alfano-Berlusconi somiglia molto ad una controriforma, o ancor di più ad una riforma-contro. Contro i Pubblici Ministeri, in particolare: il vero incubo del reuccio di Arcore.
L'intera impostazione sembra infatti finalizzata a limitare il potere dei PM, sino a porlo sotto il controllo del potere politico. E il cerchio si chiude.
Del resto il migliore spot per questa riforma l'ha fatto lo stesso premier: con questa riforma non ci sarebbe stata Mani Pulite. Rallegriamocene...
In molti hanno fatto notare, peraltro, che con questa riforma molti processi sarebbero stati insabbiati subito in primo grado, come quello che ha visto condannati in appello i poliziotti responsabili della macelleria alla scuola Diaz di Genova durante il G8.
Inutile ricordare che l'annientamento della indipendenza del potere giudiziario era uno degli obiettivi principali del piano di rinascita democratico, meglio conosciuto sotto il nome di P2. In definitiva: il centro-destra a guida Berlusconi sta attualizzando passo dopo passo, mattone dopo mattone, i "sogni" di Licio Gelli. Bipartitismo, controllo dei media, distruzione della scuola pubblica, riforma della magistratura.
Viaggiamo verso il baratro, senza alcun apparente segno di reazione.
E' del tutto naturale, infatti, che Berlusconi adoperi a proprio uso e consumo l'intera struttura politico-istituzionale dell'Italia: l'ha sempre fatto e nessun uomo dotato di un minimo di buon senso si aspetta null'altro da quell'essere.
Stupisce sempre di più invece che da nutriti spazi dell'opposizione (leggi PD) si levino voci disponibili al "dialogo".
Il Paese muore e il centro-sinistra è responsabile di questa agonia al pari di Berlusconi e dei suoi sodali.

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