29 agosto 2008

Acqua

"In quanto fonte di vita insostituibile per l'ecosistema, l'acqua è un bene vitale che appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune.
A nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata.
L'acqua è patrimonio dell'umanità. La salute individuale e collettiva dipende da essa.
[...] Il suo carattere «insostituibile» significa che l'insieme di una comunità umana — ed ogni suo membro — deve avere il diritto di accesso all'acqua, e in particolare, all'acqua potabile, nella quantità e qualità necessarie indispensabili alla vita e alle attività economiche.
[...] L'acqua non è paragonabile a nessun'altra risorsa:non può essere oggetto di scambio commerciale di tipo lucrativo."

Così recita il Contratto Mondiale sull'Acqua, il Manifesto lanciato dal Gruppo di Lisbona e che vede tra gli esponenti di maggior spicco il Prof. Riccardo Petrella, uno dei massimi "sensibilizzatori" dell'opinione pubblica italiana (e non solo) al riguardo.
Come dice il Prof. Petrella, non dovremmo permettere che l'acqua diventi il petrolio di domani. Purtroppo, però, questa terribile previsione è già realtà.
Dopo (o accanto) al petrolio, l'acqua è la risorsa per la quale si scatenano i maggiori conflitti nel mondo. Finanche l'occupazione dei territori palestinesi può essere ricondotta fondamentalmente (al netto di tutte le implicazioni ideologiche) ad una guerra dettata dalla necessità di impadronirsi di quante più sorgenti possibile di questa risorsa, tanto vitale quanto non infinita.
Illuminante, in tal senso, l'osservazione di Ewan Anderson, studioso mediorientale, «la Cisgiordania è diventata una fonte cruciale di acqua per Israele, e possiamo affermare che questa considerazione sopravanza altri fattori politici e strategici».
Fa specie, allora, vedere come una S.p.A. (per quanto "partecipata" da enti amministrativi) possa permettersi di chiudere i rubinetti dell'acqua con l'autorità di sceriffi-vigilantes, il tutto nell'indifferenza, quando non con il criminale appoggio del sindaco e della sua giunta.
I cittadini di Latina e provincia, che da mesi combattono la loro battaglia di civiltà contro Acqualatina spa (società con non pochi problemi giudiziari), potranno fare ben poco se lasciati da soli, nell'indifferenza quasi totale dei media così come sta avvenendo. Potranno forse manifestare il proprio dissenso nel segreto dell'urna delle prossime elezioni, ma sappiamo che in questo senso la memoria italica è molto fallace...
Senza contare che la meschina cecità politica sulle grandi questioni che riguardano l'uomo è bypartisan: chi non ricorda la sciagurata proposta di quello sciagurato ministro che era la Lanzillotta, che prevedeva la privatizzazione di tutti i beni e i servizi pubblici, compresi quelli essenziali? E allora chi lotterà contro "questo" governo quando si muoverà in tale direzione? "Questa" opposizione, che voleva realizzare lo stesso piano criminale?
La lotta non può che essere dei cittadini, che vanno sempre più sensibilizzati ed educati a "leggere" i segni dei tempi e a decidere e operare di conseguenza per vedere riconosciuti ed applicati i propri diritti nella promulgazione delle leggi dello Stato.
La lotta dei cittadini di Latina è la nostra lotta, la lotta di tutti. Affinché i soliti affaristi non riescano a lucrare anche su ciò che è per natura diritto inalienabile dell'uomo.
Giù le mani dall'acqua!
L'acqua è di tutti!

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