20 aprile 2011

A Vittorio Arrigoni

Hanno ucciso tutti
Hanno ucciso tutti
hanno ucciso tutti i minareti
e le dolci campane
uccise le pianure e la spiaggia snella
ucciso l'amore e i destrieri tutti, hanno ucciso il nitrito.
Per te sia buono il mattino.
Non ti hanno conosciuto
non ti hanno conosciuto fiume straripante di gigli
e bellezza di un tralcio sulla porta del giorno
e delicato stillare di corda
e canto di fiumi, di fiori e di amore bello.
Per te sia buono il mattino.
Non hanno conosciuto un paese che vola su ala di farfalla
e il richiamo di una coppia di uccelli all'alba lontana
e una bambina triste
per un sogno semplice e buono
che un caccia ha scaraventato nella terra dell'impossibile.
Per te sia buono il mattino.
No, loro non hanno amato la terra che tu hai amato
intontiti da alberi e ruscelli sopra gli alberi
non hanno visto i fiori sopravvissuti al bombardamento
che gioiosi traboccano e svettano come palme.
Non hanno conosciuto Gerusalemme... la Galilea
nei loro cuori non c'è appuntamento con un'onda e una poesia
con i soli di dio nell'uva di Hebron,
non sono innamorati degli alberi con cui tu hai parlato
non hanno conosciuto la luna che tu hai abbracciato
non hanno custodito la speranza che tu hai accarezzato
la loro notte non si espone al sole
alla nobile gioia.
Che cosa diremo a questo sole che attraversa i nostri nomi?
Che cosa diremo al nostro mare?
Che cosa diremo a noi stessi? Ai nostri piccoli?
Alla nostra lunga dura notte?
Dormi! Tutta questa morte basta
a farli morire tutti di vergogna e di sconcezza.
Dormi bel bambino.


Ibrahim Nasrallah
(Traduzione e cura di Wasim Dahmash)

Poesia pubblicata su il manifesto di oggi

Ibrahim Nasrallah è nato ad Amman nel 1954 in un campo profughi. La sua poesia, tra tradizione e sperimentazione, è conosciuta e tradotta in tutti il mondo. In italiano sono usciti due romanzi, «Febbre», Edizioni Lavoro, Roma 1999 e «Dentro la notte», Nuoro 2004, e un'antologia di poesie «Versi», Edizioni Q, Roma 2009.

16 aprile 2011

Quando la Rete rinnega se stessa

Sono quanto meno sorprendenti le diffuse reazioni che sulla Rete ha suscitato l'ultima puntata di Report, sugli internauti che diventano "merce".
Sorprendono perchè sono sostanzialmente negative (quando non aggressivamente contrarie), ed invece ci si sarebbe aspettato che i temi sollevati potessero diventare lo spunto per una riflessione approfondita su tali problemi.
Perchè ciò che ha riportato il programma della Gabanelli è assolutamente tutto vero.
E gli internauti, proprio perchè proiettati in un mondo che fa della democrazia e della libertà la propria bandiera, dovrebbero stare dalla parte di chi squarcia i veli che offuscano tali principi.
Ed invece cosa fanno? Si indignano. Mario Adinolfi arriva addirittura a scrivere di esserne stato disgustato.
Da cosa? Dal fatto che Report ha voluto aprire gli occhi ai navigatori sprovveduti sulla necessità di leggere sempre i disclaimer e i contratti cui aderiscono? Che sulla Rete diventa altrimenti facilissimo, per chiunque sia un po' sgamato, ricostruire vita morte e miracoli di ogni singolo internauta?
Chiunque abbia un po' di dimestichezza con questi attrezzi sa che tutto questo è vero, e del resto lo verifichiamo ogni giorno quando vediamo la casella mail che abbiamo usato per registrarci su facebook costantemente riempita di messaggi pubblicitari non richiesti e non voluti.
Adinolfi probabilmente fa parte di quella parte "democratica" che crede in un "mercato buono", quello del mondo virtuale forse.
La tecnologia, ogni tecnologia, non è mai di per sè buona o cattiva, ma dipende dell'uso che se ne fa. Se è il mercato capitalista ad usare la tecnologia, allora lo farà per fare profitto, e quindi essa (o meglio il suo utilizzo) sarà negativa.
Almeno agli occhi di quanti, come noi, hanno idee (e ideali) ben differenti rispetto alla "mercificazione globale".

15 aprile 2011

Lettera a Egidia Beretta

Le chiedo scusa, signora, se mi permetto di rivolgerle queste righe in questo momento di profonda tristezza e di scoramento che lei sta vivendo assieme alla sua famiglia.
Sino a ieri non la conoscevo, signora; mi era sfuggita quella puntata di Report in cui lei era citata tra i sindaci più virtuosi d'Italia, avendo rinunciato all'indennità per creare un fondo di solidarietà per i cittadini del comune che lei amministra (quando si dice "buon sangue...").
Conoscevo però da tempo suo figlio Vittorio, di cui durante i giorni di "Piombo Fuso" attendevo avidamente i resoconti pubblicati dal Manifesto. Ho imparato ad apprezzare in profondità la sua semplice ed innata propensione per la giustizia, per la pace, per i più diseredati tra i diseredati del mondo.
Il suo "restiamo umani" è entrato nel lessico di tutti quanti noi che partecipiamo alla causa palestinese, e lo possiamo fare (dalle comodità delle nostre case) solo grazie a quanti dedicano interamente la propria vita nello stare al fianco di chi vive le tragedie sulla propria pelle. Come faceva Vittorio.
Non scrivo qui per consolarla, signora, perchè credo non esista consolazione per la perdita di un figlio. Non voglio nemmeno esprimere il mio cordoglio, perchè non conoscendoci potrebbe sembrare un puro esercizio retorico.
Partecipo al suo dolore, quello sì. Ho pianto appena appresa la notizia della esecuzione di Vittorio. A leggere gli scritti di qualcuno di cui si condividono le idee si finisce quasi col sentirlo un "compagno" di strada...
Ho voluto dedicarle queste righe fondamentalmente per un solo motivo: ringraziarla.
Le dico grazie per averci dato Vittorio, le dico grazie per averlo formato con quegli ideali che lei stessa per prima cerca di mettere concretamente in atto quotidianamente, le dico grazie per la dignità con cui sta affrontando questa prova.
Credo che Vittorio anche da lassù potrà darle un po' di quella pace che lui cercava con tutte le sue forze e che nonostante tutto promanava sempre dai suoi scritti, anche quando raccontavano le atrocità più folli che l'uomo può compiere contro un suo simile.
Tutti noi siamo orgogliosi di Vittorio.
Io spero che la proposta che ho modestamente indirizzato al Manifesto possa avere una qualche risonanza: ho chiesto che il quotidiano con cui Vittorio ha collaborato tra il 2008 e il 2009 si faccia promotore affinchè dall'Italia possano partire due navi assieme alla Freedom Flottilla 2 alla volta di Gaza: la "Stefano Chiarini" (già in cantiere) e la "Vittorio Arrigoni". Sarebbe il miglior modo per ricordarlo e per rendergli merito per tutto quanto ci ha dato.
Restiamo umani.

14 aprile 2011

I misteri dei software Microsoft

Che gli applicativi di Bill Gates fossero pieni di sorprese, funzioni nascoste, eggs et similia lo sapevamo già da tempo.
Quello che non sapevamo è che alcune funzionalità fossero implementate in modo "localizzato", e in maniera quasi subdola.
E così scopriamo che Word riconosce automaticamente il nome "berlusconi" come nome proprio di persona, e non ha dubbi nel correggere l'iniziale da minuscola in maiuscola!
Bello, pensiamo: hanno localizzato il software di videoscrittura, mettendoci dentro tutti i nomi famosi d'Italia.
Macchè...
Proviamo a scrivere "napolitano", "bersani", "veltroni", "schifani". Nulla di nulla. Questi nomi vengono tutti inesorabilmente sottolineati come parole sconosciute.
Per sgombrare il tavolo da facili eccezioni, diciamo subito che il dizionario base, il custom.dic, è intonso e non toccato dalla installazione pulita originaria.
Quindi il nome di berlusconi lo riconosce da subito.
Perchè?

11 aprile 2011

Piccole masse di (sub)umanità decadente

A vederli, di primo acchito, sembrerebbero dei cerebrolesi. A ben guardare, però, si scopre tutta una umanità che è lì semplicemente perchè qualcuno glielo ordina.
Ci sono pensionati/e e casalinghe in calore (il complemento di stato è riferito ad entrambe le categorie...), disoccupati cui non sembra vero poter sbarcare la giornata con qualche decina di euro e col pranzo pagato, sottoccupati che, a tempo perso, lavorano nella villa di Arcore, qualche immancabile esagitato.
Ma, fino a prova contraria, a degli adulti (anche se in verità si è visto pure qualche bambinetto che non sappiamo quanto abbia gradito essere stato coattato là dalle madri invece che andare a scuola...) in grado di intendere e di volere (e anche su questo nutriamo molti dubbi) non si può impedire di esprimere le proprie idee e le proprie convinzioni, anche se ciò avviene in sprezzo a qualsiasi senso del ridicolo.
Ciò che è grave, realmente grave, è che si permetta ad un manipolo di qualche decina di persone di bloccare tutta una strada di ingresso al Tribunale di Milano, bloccando nel contempo quanti vorrebbero manifestare qualcosa di diverso.
Ciò che è grave, insostenibilmente grave, è che, a detta dei lavoratori del Palazzo di Giustizia di Milano (che sono migliaia), sia stato loro impedito per tutta la mattinata di lavorare tranquillamente, perchè a questa claque prezzolata è stato financo consentito di amplificare ad altissimo volume musica demente (meno male che il pirla c'è) alternata a comizi da strapazzo.
Molti dipendenti del Tribunale hanno raccontato come fosse estremamente difficile anche solo interloquire negli uffici che davano sul lato interessato dalla manifestazione.
A proposito: che ne pensa Brunetta di questa "interruzione di pubblico servizio"? Non sarebbe il caso di denunciare questi "facinorosi"?
Ma ciò che è incommensurabilmente ancora più grave è che si sia consentito ad un pagliaccio decadente di realizzare il suo personale piccolo show, arringando la folla (si fa per dire) con frasi al limite dell'eversione, e costringendo le forze dell'ordine a sequestrare all'interno del Palazzo quanti, in quei frangenti, volevano uscire per tornare alle loro case o ai loro impegni quotidiani. Il tutto solo per consentire a questo omuncolo di distrarre noi poveri cittadini italiani da quelli che sono i veri problemi che attanagliano il nostro Paese; problemi che, se non ci diamo una sveglia, porteranno l'Italia non ad essere la nuova Grecia o la nuova Irlanda, ma ad essere il nuovo Ruanda o il nuovo Zimbabwe.
Quanto ancora dovremo "pagare" per tenere in vita (politica) questo ectoplasma? Non abbiamo "dato" già abbastanza?
Opposizione politica, società civile, movimenti di base! Battete un colpo!
E che sia un colpo molto, molto forte...

10 aprile 2011

UFO: quando saremo pronti ad accettarli?

Dopo la pubblicazione (l'ennesima) di un documento ufficiale di un organo statale, stavolta addirittura dell'FBI americana, si riaccende il dibattito sugli UFO e sui misteri loro correlati.
Per quel che ci riguarda non esistono dubbi sulla effettiva esistenza di altre civiltà nell'Universo, così come crediamo che queste civiltà ci abbiano più volte visitato (e ben prima di Roswell).
In generale, però, questo argomento o resta un tabù o viene puntualmente debunkerato, in particolar modo dagli specialisti del settore. Tra questi, i debunkers per professione, spiccano negli ultimi tempi tale Paolo Attivissimo e la famiglia Angela (con gli annessi e connessi del CICAP).
Chissà come avranno preso questo ulteriore documento ufficiale.
Magari troveranno il modo di "dimostrare" che anche questa testimonianza sia taroccata...

03 aprile 2011

Le sconcertanti amnesie musicali di Repubblica.it

Qual è l'evento musicale di questi giorni in Italia?
Domanda facile facile per una risposta banale: i concerti di Roger Waters al Forum di Assago.
E questo non solo perchè laddove si muove il leader della band più importante della storia della musica chiaramente gli altri eventi vengono messi in ombra. Ma soprattutto perchè Waters non sta portando in tour un concerto "normale", ma sta riproponendo quello che da molti viene considerato il capolavoro dei Pink Floyd: The Wall; nella versione da lui messa in scena subito dopo il crollo del muro di Berlino.
Insomma: un evento. Che ha guadagnato le prime pagine di tutti i media specializzati, e invaso le pagine musicali degli altri.
Tranne che della rubrica dei concerti settimanali che su Repubblica.it tiene tale Raffaella Mercolella, che dovrebbe essere la redattrice musicale del sito.
Per la giornalista di Repubblica il concerto di Waters non merita alcuna evidenza. Anzi, non merita proprio menzione.
L'unica speranza (che però non la giustifica) è che costei sia molto giovane, talmente giovane da non essere cresciuta a pane e Pink Floyd (come il sottoscritto). Peccato per lei, ma ciò non toglie che dovrebbe in ogni caso curare meglio la sua "formazione" musicale.
La domanda sorge spontanea.
Perchè non affidare la periodica rubrica musicale riservata ai concerti a qualcuno che di musica se ne intende davvero, tipo Gino Castaldo, piuttosto che fare queste figuracce?

La svolta confessionale del PDL

Approfittando del lungo momento di grande confusione politica, da tutte le parti, il presidente della regione lombardia Formigoni tenta di dare una decisiva spallata al suo partito, spingendolo verso una dimensione confessionale.
Come leggere, infatti, la nascita della corrente "rete italia" se non in quest'ottica?
Formigoni apre l'assemblea di questa formazione dichiarando che i cristiani debbono orientare le scelte della politica italiana (già questo approccio mette i bridivi) e, per l'occasione, si fa benedire da Camillo Ruini (giusto per far capire chiaramente i suoi riferimenti). Raduna il meglio del peggio del suo partito: la protervia ignorante della Gelmini, il nulla cosmico del logorroico Fitto, il militante crociato (socialista pentito) Sacconi e altre figure che ben rappresentano la parte più retrograda del cattolicesimo nostrano, a suo agio nel farsi supportare dalla solida struttura ciellina e, soprattutto, a farsi finanziarie dalla potente compagnia delle opere.
Dopo aver occupato, quasi militarmente, pressocchè tutto l'occupabile in Lombardia, l'armata ciellina guidata da Formigoni tenta la conquista dell'intera penisola, sfruttando lo sbandamento delle altre anime del PDL, nel tentativo di volgere al proprio esclusivo interesse e servizio la struttura politica che, ad oggi, ha la maggioranza e quindi il potere decisionale in Italia.
Riuscirà Formigoni ad avere il placet esclusivo e definitivo del Vaticano?
Difficile: Casini risulta sicuramente affidabile quanto se non più del lumbard e in ogni caso non sembra più il tempo che il Papa abbia il "suo" partito di riferimento.
Ma soprattutto: riuscirà Formigoni in questa sua OPA sul partito di Berlusconi? Ancor più difficile. Sicuramente le altre anime del PDL, in primis quanti gravitano attorno a Scajola da un verso, e a Verdini dall'altro, non lasceranno tanto facilmente al governatore ciellino strada libera nella conquista della successione al sovrano.
Ma tant'è: Formigoni ha lanciato per primo la sfida.
E si è preso un bel vantaggio...